Nella Chiesa che mi ha visto battezzare, entro con mio figlio per la Madonna salutare, la sua curiosità lo porta a fare domande, cerco di rispondere seduta stante.
il suo occhio è catturato da un marmoreo recipiente, posto concavo all'ingresso silente, ad un tratto mi si accende una lampadina, di quando la mia anima era bambina.
con suo nonno entravo nella stessa chiesa, mi sovvien il ricordo della sua man protesa, le dita bagnava nell' acquasantiera con far veloce, seguiva a ruota un segno di croce.
emulando le gesta per raccogliere acqua benedetta, in punta di piedi mi sollevavo per bagnar falangetta, era come raccoglier una carica di magia, da portare fuori poi in tra la via.
oggi son un uomo grande anch'io, con quei ricordi metà caduti nell' oblio, osservo dall'alto la magia in essa contenuta, con tristezza noto che di acqua non è imbevuta.
neanche un litro d' acqua da versare, per una favola da poter raccontare, quando la punta di una mano si bagnava, per allontanar ciò che la mente di un bambino attanagliava.
se fosse concesso amarti ogni giorno le stelle brillerebbero acute attorno a me, se fosse possibile aiutare chi soffre in ogni angolo del mondo, la terra sarebbe più verde e con meno deserti. se ci fosse una preghiera corale per chiedere perdono forse staremmo tutti meglio.
In questo bailamme non sono nessuno se ti fa piacere lasciami sempre uno sguardo in qualche anfratto seppur lontano mi servirà per trattenere un'emozione nel cuore.
Così ti ho vista tra quegli sguardi innocenti soffermandomi suoi tuoi capelli ho udito suoni d'altri tempi sensazioni fragili aleggiavano nell'anima sciocco distratto dopo aver seguito il contorno delle tue labbra ho fatto un ritratto da appendere al centro dell'universo stelle e parole sono la mia confusione morbide espressioni lambiscono il cuore desideri scorrazzano nel cielo mentre inciampo tra i riflessi di un sogno sincero.
Scusa... hai detto? non ho capito ripetimi ...non ho sentito...
e nel buio arretro...arretri... nel vuoto oscuro respiro e penso all' aria gelida e alla nuvola di vapore che creo inconsapevolmente per non impazzire chiedendomi dove sei sparito dove sei potuto sparire così dietro un suono appena sibilato. e questo silenzio ora lo distruggo urlo e risveglio l' eco del tempo ...il tempo... lancette gettate dietro di me ormai scomposte ormai sconvolte diventano spade che puntano verso di me.