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Pubblicata il 01/08/2002
In un tempo antico, v'era un saggio re,
che dominando su un infinito mondo,
avea d'intorno ogni poter e aver.
Ma cos'impietosa si facea in lui dentro:
l'invincibil scelta
Del Viver o Del Morir.
Allor confuso,un giorno,
bandì con un cenno austero
che si facean dinanzi
color che tal scelta
sapean indirizzar.
Dopo giorni di ricerche vane
sol due creature strane
al di lui cospetto
si vollero presentar.
Chi siete azzurro e lucente Essere?
Son 'Angelo del Giorno.
E voi oscuro messere?
Son l'Angelo della Notte.
Orsù, miei graditi ospiti
dibattete le vostre ragioni,
ch'io desidero trovar conforto.

Vostra Maestà regnante,
Nei secoli al cospetto invano,
io d'azzurro mi presento a cavalier e Re
Regine e novelle spose
fanti e gendarmi
a proferir tali parole
per riaccender in lor il cor:

V'è un moto nell'esistenza delle cose
che acquista valor e senso,
se per il verso giusto si conduce.
Da stella calor produce luce
da acqua, luce produce vita,
da aria, vita produce Amor.
Nelle cose ogni granello è seme
per da lui rinascer in infinite cose.
Sappiate infatti
che nella realtà d'intorno,
ogni piccol frammento inanimato
non può esser vinto,
nè distrutto nè smarrito:
mutarsì forse,
da roccia,sabbia
da sabbia,vetro
da vetro,luce
per così d'infinito errare.
Pensate o forse
che sia sol destino
d'inanimate cose?
Oh no Maestà.

L'essenza della vita
è oltre la vita stessa.
L'Anime e le cose,
insiem conducono la strada
perchè è bella la vita
se v'è un luogo e cose da sfiorar.
Se a un cieco bimbo s'aprisser l'occhi
una realtà diversa avrà d'assaporar.
E se voi foste d'apprima di lieto veder
e se, un malaugurato dì
diverreste d'impedito sguardo
l'amor pel mondo
all'occhi vostri ormai perso
voi piangereste.
Forse disprezzate l'uman viver?
Di vuote e scars'esistenze circondato?
Allor vi chiedo,
con pausa del mio parlar
d'ascoltar il mio gemello oscuro...

Proferite pur parole, messére.

Vi ringrazio Maestà,
ma non d'azzurre cose io v'annuncio.
Quando conobbi l'uomo nel mio servir
di lui mi chiesero se fosse pronto
a sceglier proprio destino.
D'animali ero già sazio,
impulsi e istinti,
son facil a consigliar,
ma vedendo l'uomo,
quel suo attaccarsi...
aggrapparsi alla vita invano..
eppur sapendo
che nel vuoto trova conforto
..e si, m'è danno e affanno.
Ei s'ostina a conservar ricordi
oggetti cari,persone amate
tutt'esperienze c'ha ormai vissute
e più non torneranno,
e si fa tentennar sovente
perchè il di lui ricordo sfuma
ma poi s'allieta
al ricordo d'una persona amata.
Dei giovan non ho problema:
una parola e via,
nel vuoto si lascian cader
indottrinati alquanto
in saccente buffa mediocrità.
Da potenti influssi soggiogati
cosa vuoi ch'importi
cosa di lor sarà?

....Ma perchè, dite, Cosa m'accadrà?

Ah, Maestà, m'imbarazzo e strido...
dovrei tacer,
non m'è sentito consegnar esca
al mio acerrimo nemico.

...Va bene,va bene allor tacete.
E... dite mio azzurro inestimabil amico
cosa mai nasconde l'oscura dipartita?

Maestà, il bel mondo io canto
l'Amor d'un fiore che sboccia al sole
e parlar di gesti ch'aiutan m'è vanto
Pensate forse che maestri eccelsi,
ch'io ho istruito,
non condusser esemplar vita
se non avesser visto
la disumana sofferenza?
Conosceste forse voi Santi
che cambiaron vita
dop'aver vissuto d'inique falsità?
Qui l'ho detto.
A voi regnar v'è grande gesto.
Allor vi mostro come del mondo
ognuno fa disastro.
Vedete quella piccola ed umile lumaca?
Mi credereste s'io vi dicessi
che essa s'appresta a correr
di grand'affanno??
Mi guardereste sbigottito!
Cos'io vi guardo allor
se voi diceste
"la vita non ha alcun senso".
E non io parlo del vostro errare
nei secoli infinito
perchè sapete...
anche l'umana stirpe
è in moto con l'universo
ed essa si trasforma e muta,
s'acquieta e or si scalda
ma cambiar natura essa non può,
nei secoli ha da viaggiar
tra sofferenze e gioie,
viver,morir,rinascer.

....a si,si tal mistero delle vite...
..ma ditemi,ancor non m'avete detto...

Pazientate, sire arrivo al dunque.
Quando un dì, senza rimpianto,
sobrio d'aver vissuto,
un aitante e baldanzoso
vecchietto di bell'animo
si lascia dietro
quest'antica terra,
egli può volteggiar sereno
e diriger verso luoghi..
..su ciò non posso dir..
ma comunque,
se invece foste voi in vergogna
o altrimenti incautamente andata
la triste dipartita
pensate che soffrir da vivi
sia meno piacevol
che soffrir da morti?

...E no, sleale mossa
mio gemello azzurro.
Di cos'avvien da morti
voi qui non potete disquisire..

...TACETE!...Tacete per favore.
Lasciatelo parlare, io son il Re.
Continuate dunque amico.

..dicevo... che se l'anima non svanisce
allor essa muta,
s'evolve in infinito
e che lo crediate o no,
non temibil sofferenze attendon,
o meglio, non per ciascheduno.
Ogni fiore colto,
ogni parola dolce
potrebbero farvi comprender
qual'è il moto della vita.
Ed esso è Amore.
E se ve n'andaste col cuor smarrito...
immaginate voi,
la vostra terribil sofferenza!
Continuar a morirvi dentro
senza più corpo? Senza vita?
Beffa del destino pensereste,
e solitario pianto avrete
e poi che farete?

...già che farei?

OR BASTA!
Se io dalla Notte giunsi
e voi ascoltar non mi volete
andrò lontano.
Più di così tediar non mi dovete!
Io venni per portar mia conoscenza,
non per sentir discorsi
di cos'altro esister
v'è nell'altro regno.
Io vi dissi forse che trovereste fama?
Onori e glorie?
Emozioni nuove o assenti?
Pel mio lavor non potrei rammentar
che Voi già foste conoscenza....
ma forse... potreste qui meglio giudicar.

...va bene,va bene messere della Notte,
ma io raccoglier nuove ho da volere
e se non v'aggrada dirle
allor non esistate e andate!

...E SIA! Avete allor fatto già
la vostra scelta!

...no, no, aspettate....
..non così volevo dirvi certe cose...

Sire, perdonate, anch'io oramai
di più non posso dire.
Del mio sentor non posso più dir parole.
Dal già detto vi dovreste accontentare.
Fate dunque la vostra scelta,
del Viver o del Morir.



E sia.
Allor Viver dunque.
Dovunque diressi fin or lo sguardo
non vidi altro che sofferenze e pene
ed in questo mi rammarico e mi dolgo.
Fors'io davver fui triste causa
della mia declina sofferenza.
Forse davver non capii che il viver
è un frammento di mutevol
nobil, duratura esistenza.
E se davver io possa
perpetrar mie sofferenze vane
allor non resta
che dedicarmi al bene.
Forse potrei davver
destino mio mutar.
Cosa potrei far,
mio azzurro amico?

D'altri misteri v'ho taciuto
e poca cosa davver v'ho detto
allor prendete nota
che se dovunque andrete
altre persone voi sicur vedrete
che di tal miserevol doni
han fatto scempio.
Miserie che conducon a miserabil vite
sol perchè un bel dì
scelsero d'aver timor
d'essere felici.
Onestà e virtù
non son difficil a crear.
Del bene non v'è dismisurata fine,
e recar danno,
vi giova infinita pena.
Guardate o Sire
ogni bel giorno
che davanti vi sovviene.
Esso sarà per voi monito
d'una sorridente e durevol esistenza.
E con ciò mi ritiro
dalla vostra regal presenza.
Servo vostro,
...amico Giorno.

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sarà bella quanto vuoi ma io solo a vedere quanto è lunga mi sono rassegnato al primo verso...

il 01/08/2002 alle 14:35

Certo, l'argomento può suscitare interesse o rassegnazione... ma va bene anche così.

il 01/08/2002 alle 16:17