Mi hai dato quella luce carica
per dipingere il mio grigio mondo,
d'azzurro la mia piccola anima
si vestiva,
il dirupo si copriva di stelle alpine
e i sassi del tormento più non franavano.
Amico
quante volte sei entrato nei miei silenzi
senza disturbare,
te ne stavi in disparte ad ascoltare
la mia rabbia,
nei tuoi occhi tolleranti e rassegnati
aspettavi che la tempesta si scolorisse
e che sulle mie labbra tornasse il sorriso.
Non so se ti ho voluto bene
oppure invidiato,
facevamo parte delle biglie anche
se avevi vinto tutto
mi dicevi di aprire le mani e me le versavi
come monete d'oro...
- Ci vediamo domani!
Ci si arrampicava sul pioppo sempre più
in alto e da lassù voli radenti d'uccelli,
il treno della stazionetta di Carpenedo
sembrava un giocattolo,
gli uomini così piccoli,
gridavamo a tutta forza con l'eco
che si perdeva sullo specchio tremolante
delle cave di Casarin.
Mi hai fatto felice,
hai portato le mie pene,
ora resta il tuo nome inciso
su quel freddo marmo,
sorridi
forse lo fai ancora per me,
forse vuoi che apra di nuovo le mani
per versarmi come monete d'oro
la nostra povera, sincera e grande
AMICIZIA.