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Pubblicata il 02/09/2007
Sono una donna

che canta

imbracciando il fucile

di un sogno imperituro.

nottetempo appendo quartine di stelle

a sconfiggere aggressioni di Silenzio

Sono dovunque mi cerchi.
Sono dietro la tua spalla,
sono la tua ombra;


scruta la linea dell'orizzonte lontano,
sono la bisettrice tra
la terra e il cielo/
l'assenza e la presenza,


sono la tua luce,
quando attraversa

come un dardo incandescente

la tua pupilla;


sono l'idea che si fa carne e profumo,
il sogno che si fa persona e gesto;


l'eco di una voce lontana
che si tramuta in musica e canto;


sono la vita nuova
che nasce dalla spuma dell'onda

innamorata del mare.

Il mare del tuo silenzio

e il mio...

fatto di lacrime
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"Sono una donna che canta
imbracciando il fucile
di un sogno imperituro."
Condivido in pieno questi versi e mi auguro che molte donne facciano lo stesso. Mi piacciono le donne guerriere ma solo per la pace.
Ci sono ancora altre cose che condivido,ma bisognerebbe riscrivere la poesia.
Con affetto
gigliola

il 03/09/2007 alle 06:14

stupenda la tua collocazione.
complimenti davvero.
se veramente il sogno si facesse persona e gesto...

il 03/09/2007 alle 07:39

Il pianto diventa consolazione e si fa canto d'onda.
Un caro saluto, mati.

il 05/09/2007 alle 00:12