Andavo alla ricerca di un’impresa
che saziasse ciò che mi divora
E sotto braccio i soldi della spesa
la strada presi: lo feci di buon’ora
Quando al mattino si sente odor di pane
andai alla ricerca di quel mondo
che da piccino diveniva immane
E mentre mi chiedevo in quale fondo
toccava la mia voglia di sapere
m’accorsi, che le tele e dopo i versi
facevano già parte al mio volere
Allora coi pennelli mi fermai
dipinsi panorami e cieli tersi
gli sguardi ed i sorrisi tormentai
strappando mari blu e desideri
Poi la lasciai quella strada presa
lo sguardo rivoltai alla poesia
ne feci tanta, la feci tutta mia
ma non sapevo ancora di cadere
sotto la falce della mia ignoranza
Sono rinchiuso adesso in una stanza
a rinverdir lo scarso mio bagaglio
e leggo, leggo, mi sforzo di vedere
se il canto mio è fatto di nitrito
oppure in verità è un verso raglio
di dotto somaro o d'erudito cavallo...