PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 27/06/2002
Sapeste che pena,
i giorni vanno via e non tornano più,
le ore scorrono lente,
e non lasciano niente.
Sapeste che male,
restare a guardare dietro i vetri
il tempo che scorre.
Il mio pensiero va lontano trascinato
dal vento,
che male nel mio cuore,
cosa darei per viaggiare su una nuvola
al riparo dalle ombre.
Mentre il mio posto abituale
come un marmo policromo bagnato
offrendo una bella immagine superficiale.
Rincorro tra i confini la mia ora
per non farla passare,
sarò attenta a capirla a vederla,
con frammenti di respiri,
vuoto l'ansia inasprendomi
sentendo arrecata frane nuove.
Sapeste che pena,
prevedo conflitti e azioni irresolute,
il rancore che aggredisce
e evidenzia l'amarezza,
prevedo l'ultimo segno opaco
nella trasparenza dell'acqua che scivola via
dagli occhi miei.
Quando giunge la sera,
il buio mi inghiotte nell'ultima luce del momento.
Tutta la gioia è avvelenata,
ora non resta che un'anima muta
e nello sconfinato deserto
di un mondo senza illusioni
muovo il passo mio incerto,
prosegue il ritmo della finzione.
Sapeste che male..........
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più o meno...
so che male.
Perciò sentita la bellezza della tua poesia - sfogo.
Un abbraccio

il 27/06/2002 alle 23:30