PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 09/08/2006
Userei la terra come lenzuolo
nella fossa del tuo sguardo lacero
e violerei di dita la bocca
a tastare una lingua discreta.

Come quando il tuo ventre parlava ai miei lombi.

Con i tacchi le tue mani correvano
su distese di fianchi e caviglie
e i miei capelli s'accasciavano
al tuo dirmi d'esser bella.

Nemmeno le persiane tacciono
ora che fuori c'è un colore strano.

E sai conservare le labbra
anche quando le mie disperano
cercando un rattoppo affrettato
che possa smorzare i toni alla voce.

Il traffico non bada a noi
che siamo qui, scalzi,
senza strade da improvvisare.

Sfocano i contorni di carboncino a lutto
se le ciglia s'incastrano

e la polvere ha dimora facile
quando non resta più niente da sbattere.



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come restare muti, senza commentare, di fronte ad un tale splendore poetico?
letta e riletta più volte, per assaporare ogni verso, opera poetica di rara maestria...

ogni parola per definire la tua bravura, sarebbe eufemismo e persin troppo scontata...

un piacere infinito leggerti.
pat

il 09/08/2006 alle 10:04

Questo mio commento a rafforzare quelli precedenti, è sublime la tua poesia!

il 09/08/2006 alle 15:41

qualcuno ha detto scontata...sì è vero, ma con tanta realtà di vita.
una bella poesia...
freccia.

il 09/08/2006 alle 18:51