PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 05/06/2006
Nel sonno della luna acerba,
nel bosco del bianco miele,
una voce si ode, ma non senza fatica;
un giorno... lieve.. la moltitudine
uscirà dal nido, e ragli di capre
urleranno il dolore della mia folle rinascita.
Se un giorno l'ippocampo sapesse,
se un giorno il gerbillo tacesse.
Nella fresca ipotermia di parole senza senso
mi rilasso,
appago la mia lingua ed il mio ventre grasso.
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un viaggio che porta lontano dalla noia del quotidiano reale..mi ci voleva proprio..grazie..

il 05/06/2006 alle 23:11

Quante bacche di sei mangiato?

il 06/06/2006 alle 11:41

boh; ricordo solo che erano rosse, e che mi facevano ciao con la manina

il 06/06/2006 alle 14:10

le capre ragliano?
in che senso....orario o antiorario?

il 07/06/2006 alle 15:07

immagino che dipenga dall'esmisfero di provenienza delle capre, purtroppo ammetto di non averne accertato la proveniente prima di includerle nella poesia

il 08/06/2006 alle 13:47