Seduto sugli allori del mio quieto vivere
attraverso con imbarazzo lo sguardo altrui
per cercare un minimo di verita'
per parole che come schegge
sfioriscono nella carne.

Impreco costantemente
quasta mia scomoda posizione
sopra un cuscino imbottito di bestemmie,
confuso tra gli orgasmi di puttane strafatte di coca
dai capelli crespi e tinti malamente.

Ma cio' che duole non e' l'amplessa dignita',
ma questa ferita che come suicidio
zampilla un fiume di mistero
da vene ostruite di incapacita' espressiva
mentre gli occhi ormai bianchi si stanno spegnendo.

Macabre visioni letterarie
per un tiro azzardato di acidi bollenti,
accanto alla pelle nuda di un uomo
che come un fratello mi spinge nell'oblio,
svegliati, e' il tuo compleanno.