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Poesie presenti nella categoria: Esorcismo

Le Poesie Pubblicate Nell'Ultima Settimana

Ed il sogno cerca il proprio spazio
Pubblicata il 28/09/2023
Insegue
di dolore in dolore
qualcosa in cui credere
per fermare l'attimo
che brilla di sorpresa e incanto.
Si dimena nel letto
accartocciato e stanco
con il respiro che ballonzola
stravolto dagli eventi
cercando di impugnare una speranza
più volte ricacciata in gola
più volte chiamata ad un dovere
che evapora.
Rimbocca, ora,
la maglietta sui fianchi.
Contrae le dita dei piedi
ruotando il collo scrocchioso.
Il naso lucido di sole
anticipa millesimi di arrivo
e nel ventre risale
quel dolore forte come infarto.
Sorride
ripensando agli avanzi della cena
mentre gli occhi caricano i pensieri.
Adesso dorme fra lenzuola linde
di mattina
rannicchiato su se stesso
dentro un sonno di bambino.
Un sonno di ieri.
Ed il sogno cerca il proprio spazio.
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Le Poesie Pubblicate Nell'Ultimo Mese

Il castello
Pubblicata il 25/09/2023
Il castello
nella notte oscura
si ode un lamento
tra le mura antiche
di un castello in rovina.
catene che stridono
candele che si spengono
e un vento che sussurra
storie di fantasmi e di paura.
Lady Godiva cavalca
un bianco destriero
che sfida il buio
e il mio sangue si fa gelo.
ma nel cielo chiaro
appare un’ombra nera
che la segue e la tormenta.
È il suo amante infedele
che l’ha tradita e uccisa
e ora vaga senza pace
cercando la sua principessa.
Notti di terrore
dove il tempo si è fermato.
Ragnatele e polvere
coprono il passato.
Ma il discendente del castello
non ha paura del flagello.
Spiriti della notte
non lo spaventano più
perché lui sa che un giorno
li libererà dal buio.

francesco Cau Podda
poeta dislessico
diritti riservati settembre 2023
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Le Poesie Meno Recenti

A chiedermi perchè
Pubblicata il 12/01/2020
Ho avuto una vita ricca
se mi scordo l'eternità
tanti giorni baciati dal sole
segnati dallo stupore

ho avuto una ricca vita
chiuso in camera ad aspettare
un amore, dei colori
a chiedermi perchè

ho avuto una vita ricca
perso tra colli e tramonti dorati
senza capire
a chiedermi perchè
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è giocata sul filo del paradosso come spesso mi piace fare...una vita ricca può essere anche una vita con poche cose e in certi momenti, purtroppo rari, vedo le cose così, in maniera luminosa...la tua capacità di "entrare" nei versi, tra le parole, è veramente unica caro Rav, una specie di radiografia...ti ringrazio davvero tanto, e ti abbraccio

il 12/01/2020 alle 20:56

Perché l'autore si rammarica di non esser stato presente a sé stesso? Lamenta l'assenza di consapevolezza della vita vissuta? Nella felicità c'è assenza di consapevolezza, io credo, perché è peculiarità tutta umana tendere all'inquietudine, a quella strana fame di voler capire cosa c'è dopo l'attimo vissuto seppur perfetto nella sua imperfezione! Sentire l'istante, sentirlo nel profondo è sempre meno appartenente a questa umanità tutta superficiale, veloce, fragile... la contemplazione dunque auspicabile dà davvero le risposte vere o dà quelle desiderate rese dunque vere? L'illusione dunque d'una consapevolezza effimera, d'un esserci inesistente... questo resta! Un caro saluto!

il 13/01/2020 alle 16:49

perchè quando non sei presente a te stesso fai errori, e magari fai anche del male agli altri...perchè la consapevolezza, come io la intendo, non è diventare un secchione razionale ma è lucidità che permette la conoscenza di sè, il famoso "conosci te stesso"...La cosa più difficile è sopportare l'isolamento, il mondo ride di te che hai la testa nei sogni impossibili, insomma è difficile...questa mia è proprio un momento di pace, solo un momento purtroppo, è come dici tu, è la felicità dell'assenza di consapevolezza, almeno di quella che intende questo mondo, se così posso esprimermi....sei radicale nelle tue convinzioni e per me fai bene, ci vuole coraggio e tu lo hai...grazie Rosi per gli stimoli e per la lettural

il 13/01/2020 alle 21:30

"Conosci te stesso", scrivi? Pia illusione! Come si può pensare minimamente di conoscersi se tale operazione avviene tramite la ragione, nostra peggiore nemica e affabulatrice? Non ci si conosce che tramite relazione e spesso nemmeno con questa, poiché nella relazione c’è la variabile impazzita dell’alterità con le sue discromie, i suoi inganni, le sue aspettative su di noi, le sue macchinazioni manipolatorie, le implicazioni emotive, etc. Ci si può illudere di consapevolizzare il sentire, l’esserci attraverso il dolore, la nudità, la più profonda e dolorosa umiltà, mettendo tutto e tutti in discussione senza tentennamenti, reticenze, perdoni. Sandor Márai scrive :“Siamo ciò su cui manteniamo il silenzio”. Le braci

il 14/01/2020 alle 12:02

il conosci te stesso credo sia stato influenzato dalla superstizione psicoanalitica in voga da due secoli...il "conosci te stesso" greco, o egizio, non implicava credo nulla di razionale, non credo che gli antichi avessero fiducia nella ragione così come la intendiamo oggi...forse ha parecchio a che fare col consapevolizzare il sentire, ossia quello che tu hai detto, ma non solo….ciao

il 14/01/2020 alle 13:22