arlecchino ci prestò la chiave
e fummo soli nel buio
la voce mia come carta
le vene sulla tua mano
scoppiavano di paura
lì in quella stanza
al piano terra fredda
come di ghiaccio e
ostile senza calore
ma io e te
dipingemmo con pazienza
la nostra tela
e il letto fiorì di mandorli
la teiera fischiò "accidenti !"
i nostri vestiti come capanna
e ascoltammo il mare
con il suo fragore intorno
e questa volta
fummo nostri