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Pubblicata il 05/07/2005
E' notte

pesanti le palpebre

sabbia dentro brucia

ore piccine quelle dell'attesa

ma grandi da riempire

e il silenzio le svuota

soffio di ventilatore

smossi i pensieri

dubbi appesi due a due

alla maniglia della porta

ciliegie rosse vermiglie

l'uno tira l'altro

danzano le tende

discoste a spiare la strada

vuota di te che non arrivi

di me che non so più

cosa voglio sapere

e aspetto adesso ogni istante

che cola dalle lancette

mosto succoso a colmare

ampolle di solitudine

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Ti avevo letto già ieri Sergio. Sai dare tono e una vivida connotazione introspettiva a quest'attesa! "...di me che non so più/cosa voglio sapere...". L'acuta intensità di questi due versi segna tutto il brano.
Un saluto caro.
Max

il 07/07/2005 alle 11:49

Mi fa sempre piacere Max constatare come tu riesca a puntare l'attenzione critica dove più i versi hanno spirali attorcigliate e sensibili anche allo sguardo.
Un grazie sentito
Zordoz

il 12/07/2005 alle 22:55

Mi fa piacere scorgere da dietro quelle tende dell'attesa tu che ne conividi con me ,poeticamente s'intende l'ansia.
Grazie
Sergio

il 12/07/2005 alle 22:57