PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 17/02/2002
Nella vecchia casupola cadente,
attorno a un tavolaccio sgangherato,
raccolta siede tutta quella gente,
che solo fino a sette ne ho contato.

Da un lume traballante sono avvolti,
mangian polenta, spezzan pane nero;
recano in sè parole tanto forti
da non poter uscire dal pensiero.

Temono udire ancora quel fragore
ed il bagliore illuminare a giorno.
Temono odio e morte, ed il dolore
a devastare tutto quanto intorno.

Ma il pane duro nella gola scende,
si fa buono del gusto d'esser vivo
e la speranza dentro al cuore accende
per un domani dall'angoscia privo.

Ripensa la signora a quel soldato
che vide di sfuggita presso l'orto:
come un figlio l'aveva accarezzato...
or non sapeva s'era vivo o morto.

  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)

Complimenti, una delle poche poesie in rima che riesce ad essere forte nel trasmettere la storia che viene raccontata senza far troppo cadere l'attenzione sulla rimatura, cosa che a volte mi urta. Bella tutta, in particolare m'è piaciuto
"Ma il pane duro nella gola scende,
si fa buono del gusto d'esser vivo" e
"come un figlio l'aveva accarezzato...
or non sapeva s'era vivo o morto"
Brava Terry!
Axel

il 17/02/2002 alle 20:35
flo

Cara Terry,
anche tu in quanto a poesie in metrica e rima non scherzi mica!
Bellissima poesia praticamente perfetta (endecasillabi a rima ABAB praticamente tutti con accento tonico sulla sesta (che è il massimo) solo due versi "ma il pane duro nella gola scende" e " per un domani dall'angoscia privo" hanno l'accento tonico sulla quarta e sull'ottava (ma va benissimo anche così per salvare la musicalità.)
C'è solo un verso che è un decasillabo e cioe: "temomo odio e morte e il dolore" (perche la fine di temono si lega con l'inizio di odio), ma se vuoi puoi rimediare bene con" temono odio la morte e il dolore" cosi che l'accento tonico cade anche qui sulla sesta.
Bella anche come contenuto, vagamente angosciante nella conclusione dove la signora si chiede di sapere invano se il soldato sia sempre vivo oppure morto.
Insomma una poesia di livello superiore. Hai del talento.
Ciao floriano

il 17/02/2002 alle 21:50

Ti ringrazio molto. In effetti mi era parso che tu non amassi molto la rima. (Io adoro scrivere e scrivo praticamente di tutto in tanti modi diversi). Il tuo intervento mi fa perciò particolarmente piacere.
Ti confesserò: ho mentito: non ho mai pensato nemmeno per un attimo che tu avessi gli occhi marroni...........
Grazie, magico Poeta dalle celesti ali......
Terry

il 18/02/2002 alle 01:22

Non mi dire così, che riaccendi le mie fiamme sopite. Uno dei miei rammarichi più grandi è di non saper scrivere la musica.
Sono giunta a canticchiare ripetutamente melodie inventate da me per memorizzarle e farmi in seguito accompagnare con la chitarra (non posso pensare a registrarle perchè mi vengono in mente in auto o ai convegni, in luoghi insomma improponibili!. Siamo quasi "vicini di casa"(se la cosa ti incuriosisce puoi leggere la mia unica poesia dialettale pubblicata qui, "L'und's ad setamber")
Ti ringrazio per l'apprezzamento, e a presto.
Terry

il 18/02/2002 alle 01:29

Allora l'errore è proprio stato fatto nella intenzione di far bene. Io ero convinta che quando vi sono due vocali consecutive è ammesso che valgano per una o due sillabe, a discezione del poeta (sono appena andata a rivedere sul testo che mi conferma ciò), anche se è vero che la dialèfe è meno usata e la tradizione italiana è per la sinalèfe. (Il problema si ripropone nello stesso verso con "odio emorte e il dolore")
Mi dirai che ne pensi.
Per il resto non posso che ringaziarti per il tuo intervento, per l'analisi accurata e l'apprezzamento, che visto il pulpito da cui vengono(tu sei bravissimo, "Maestro del rimar senza confronto / che delle sue rime d'or ho perso il conto")non possono che lusingarmi.
Grazie.
Terry.

il 18/02/2002 alle 01:48
flo

Terry carissima,
certo che la discrezione è del poeta, il quale è il solo e unico creatore della sua poesia.
L'importante è che quando si legge, se non si è visto prima il verso e quindi non ci si dispone a fare una pausa in quel punto è come quando con la musica si fa una stecca.
Quindi, se si può (ma sempre a discrezione del poeta autore che può scegliere come più gli aggrada) é bene evitare.
Nel tuo caso ti ho suggerito una soluzione che mi pare accettabile, perchè non compromette il significato, non abbruttisce il verso anzi...
Sei tu che devi scegliere Terry.
Sei bravissima, una dei migliori poeti che frequentano questo sito, te lo posso assicurare.
Se come mi hai detto in altra parte vai in montagna in vacanza, buon divertimento.
Cordialità Floriano

il 18/02/2002 alle 08:49

Al di là dei meriti formali, su cui Flo che ne sa molto ha detto forse tutto, esprimo il mio gusto personale per questi passaggi forti e il cambio repentino dall' atmosfera arida, in cui spicca il vincolo d'unione e solidarietà, ai pensieri tenuti nascosti perchè troppo profondo è il segno che il passato ha lasciato. E' davvero un'immagine intesa come un dipinto, segno che quando la comunicazione è così bella trascende il mezzo attraverso cui si esprime. Sei molto brava, non c'è che dire.
Dario

il 18/02/2002 alle 11:52

Grazie di cuore. Amo molto l'impatto, nelle poesie, anche se poi mi piace provare a giocare coi versi....
Terry

il 18/02/2002 alle 22:45