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Pubblicata il 18/06/2004
Camomillo faccia di cera
sparava alla luna la tua cerbottana
valoroso cavaliere mano d’acciaio,
guerriero adorno di fango e sangue.
il fiume era arabescato d’increspature,
“Schhhhh un rumor tra le fronde
è un cervo grasso, carne per cena!”

Il bosco era una foresta antica
in quel luglio luminoso.
“Ridatemi la mia cerbottana!
che più non ricordo il gusto del cervo
che creda ancor d’aver mano d’acciaio
per specchiar nel placido fiume
monili di fango e sangue.”
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" e chiaro specchio sarà per te il mio occhio
con il mio pelo pennelli ti darò..!"
Mi è tornata in mente questa ballata di Branduardi ascoltando le tue parole,,,opssss... ho detto scoltando lapsus feudiano..
I'infanzia i miti tesori e oscure paure..
tanto forse tutto parte da li.
Ciao
Zordoz

il 19/06/2004 alle 08:30

Grazie per il lapsus, hai colto lo spirito celebrativo di questa poesia in cui celebro i giochi d'infanzia che per ognuno di noi rappresentano un personale momento epico la cui eco non smette di risuonare per il resto della vita.
Grazie per la lettura.
Camo

il 19/06/2004 alle 10:12

RIBADISCI IL TUO STILE, IL MODO E IL METODO
DI PROPORRE OGNI ARGOMENTO.
MI PIACCIONO.

Ciao,
Vitale

il 19/06/2004 alle 16:30

Grazie amico e
buona serata da Camomillo

il 19/06/2004 alle 18:48