PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 31/01/2002

All'alba
in una strada illuminata,
mi persi nei tuoi occhi-labirinto
ti diedi la mia mano, poi ubriaco,
( vedevo solo orti con cieli tersi)
dove mi inoltrai tutto convinto.
Durante il giorno poi,
col sole in cielo,
s'alzò il velo delle secrete pieghe,
vidi l'intreccio, la trama del tuo scialle,
mio Dio che palle,seguirti era pesante
dovunque mi giravo ero cinto.
Strade senza uscite
salite mozzafiato
oppure grandi discese
dove non teneva il freno,
eri un gran risotto a cui mancava il flato,
tu sei un cibo cotto e riscaldato.
Io spengo il gas e fuoco
non ho più candele,
sui tuoi occhi ormai
stendo un gran velo
lascio le carte e il tavolo
chiudo qui il mio gioco.
Sei libera di fare
il piatto che ti aggrada,
riprendi il tuo volo,
io la mia strada.
Noi ci lasciamo qui
questo mi sembra d'uopo,
cerca un altro agnello,
trova un altro cuoco.


  • Attualmente 0/5 meriti.
0,0/5 meriti (0 voti)

Carino il taglio ironico, o forse piuttosto dissacrante e caustico, sulla tua visione dell'amore...

Ciao
Antonio

il 31/01/2002 alle 12:23

grazie Antonio
spero che sia anche di più che caustico.........più che la mia visione dell'amore ( del quale mi nutro e vivo ) credo che sia il disincanto su come sanno amare le donne.........le quali , nonostante tutto restano sempre la più bella e maledetta idea da coltivare........ciao

il 31/01/2002 alle 19:02