PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 26/04/2004
Stanno sotto il cielo
come colonne
i cipressi
o come grondaie
quando piove
lamentando alle radici
alle lapidi fraterne
il solitario dei visi.
Fuor dall'uscio nel pendio
ve n'è una fila, magri,
confusi dal vento, piagano
come soldati feriti al tetto,
io, ritaglio le loro figure
come fossero matite
e il profumo acre, l'aspro del limone
che pregna, mi scopro
chiuso in queste cartilagini
sempreverdi, nel gioco
ventilato di morbide piume nate
e rinuncio a colmarmi d'altro
mentre stende la sera.
Torna il Carro, il latrato lontano
il ripetuto calore della Fonte
il fruscio del mio corpo
alla sconnessa canzone
di potere....
Torna o ritorna ad un altro uomo
l'Essere che prima credeva.
  • Attualmente 0/5 meriti.
0,0/5 meriti (0 voti)

Belle e affascinanti immagini...
Atmosfera degna di una buona lettura.
Mi piace come scrivi.
M'

il 26/04/2004 alle 21:59

Bravo,finalmente qualcosa di vivo accanto ai poveri cipressi!anche io ne ho scritta una con l'ennesimo titolo anche se molto più leggera e ironica e triste forse.
ciao
Ale

il 27/04/2004 alle 00:08

sto provando a coinvolgere di più la descrizione della natura con quello che ho dentro....è un tentativo per evitare di contorcermi nell'astratto solamente.

grazie Michele

ciao
Sulphur

il 27/04/2004 alle 08:30

Ciao Urlo, mi fa piacere che ti sia piaciuta, effettivamente volevo dare proprio quella sensazione di vita che tu hai percepito.
A proposito adesso che mi hai incuriosito andrò a leggere la tua.........

ciao
sulphur

il 27/04/2004 alle 08:33

Ciao Lamberto, quale onore avermi letto e che ti abbia convinto dal punto di vista poetico!

un abbraccio
Sulphur

il 27/04/2004 alle 08:35