Quegli ubriaconi
sono un esercito di sogni,
son le frasi spezzate,
le risate stonate,
i bicchieri alzati
per gli amici festeggiati,
le posate d'argento
per imboccare il vento...
Di goccia in goccia nasce il torrente,
l'eterno spirito errante di sorgente,
di goccia in goccia nasce il pensiero,
muro portante d'ogni singolo impero
e lontano dagli artigli del potere
stanno arando il loro piccolo podere
fatto di punch e di anarchismo,
fatto di tequila e nomadismo;

quegli ubriaconi
sono gli ultimi leoni,
il vento nei capelli,
le torri dei castelli,
i giornali arrotolati
nei parchi abbandonati,
la croce della sera,
le nubi a primavera...
Di goccia in goccia nasce il vino,
nettare ideale per accompagnare il destino,
di goccia in goccia nasce il bevitore,
tratto indelebile tra la bottiglia e l'amore,
so che son uomini a metà
ma perché senza falsità
e senza quell'ipocrisia infinita
che siete soliti chiamare vita;

quegli ubriaconi
sono l'acqua dei Monsoni,
l'India pluviale,
il trillo del pugnale
che ha sconfitto le morali
e le giornate sempre uguali
di una società scortese,
che non bada a spese...
Di goccia in goccia nasce il sentiero,
il bambino scalzo in sella al destriero,
di goccia in goccia nasce la guerra,
le scarpe del bambino lasciate per terra
ma qui non ci si stanca di cadere
nella foschia stappata per vedere
se bere è un bisogno primario
per chi vive senza orario;

quegli ubriaconi
sono gli ultimi mattoni
di strade diroccate
e lacrime franate,
sono i monti millenari,
i denti planetari
che mordono il cielo,
lo specchio del Vangelo...
di goccia in goccia nasce il torrente,
l'eterno spirito errante di sorgente,
di goccia in goccia nasce il pensiero
muro portante d'ogni singolo impero
perché la vista è la puttana dei sensi
e mentre voi navigate tra i consensi
noi rimaniamo i randagi come prima,
con in tasca un amico e una rima.