PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 04/02/2004
Sarebbe facile
gridare l'odio
l'indignazione.
Vedere il male
in ogni istante
ogni momento.
Sentire il peso
della carne
il ribollir del sangue avvelenato
imputridito.
Quale cibo
per i miei occhi?
Quale musica
per le mie orecchie?
Son forse cieco
per non vedere
l'ingiustizia dei simili?
Son forse sordo
per non sentire
il grido disperato
del dolore degli ultimi?
Ora son qui
in questa valle
vicino la soglia
nel giardino
della vetta ambita:
Ho riempito i miei occhi
di compassione
di amore infinito.
Ho distrutto
i muri dell'orgoglio
la vanità
la vacuità delle cose
l'ultimo drago.
...e son qui
vicino la porta
dove cadono i veli
dell'ottusa esistenza.
Dovrei bussare
e piango,ancora...
La vera paura
non è l'oscurità
ma la nostra grandezza
il nostro amore infinito
la nostra eternità.
Lo so
lo sento
sarò io stesso
aldilà della porta
che incontrerò
e non avrò sostanza
e non avrò tempo
e non avrò dolore
solo il cielo
un'infinito cielo
di eterna beatitudine.

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quelle troppo belle profonde , quelle esagerate che vanno troppo lontano non devono avere commenti

il 22/02/2004 alle 09:22