PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 15/01/2004
Qualcosa che non tornerà mai più

I pomeriggi lievitanti
sottili come una ineffabile spirale
(una truffa oftalmica),
vasti viali alberati
come sventrati
da una sarabanda balcanica,
la pioggia nelle scarpe, una sequenza
di intarsi musicali nell'affresco
ricavato dalla tradizione
dell'urbanistica tzigana
del sole che moriva d'overdose sdraiato
fra gli alberi del parco

Una taverna ipogea dove
l'esistenzialismo tzigano si piegava
a traduzione di ogni frainteso sudore
nella lingua mistica degli angeli

I pomeriggi nell'aroma di soffritti
ciascuno di noi tre confitto
in un'istantanea eterna
- e chi è il quarto uomo accanto a te?
io non lo vedo, ma lui vede me

Il marciapiede una savana una savana
una savana

Il marciapiede una savana una savana
una savana

Ti chini, io casco all'indietro,
ti chini a salutare
una povera spoglia umana
- io casco all'indietro nel fiume
e vedo in estasi il paradiso delle puttane

E la città si allungava troppo in là
per le sue nobili forze
annegando nell'Occidente
(in una pozzanghera d'oro)

It was a sunshine day
It was a sunshine day
It was a sunshine day

It was a sunshine day
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Una vertigine di immagini al limite del lisergico spalmato su un piatto di succulenti cevapicici, queste tue.
Ora le rileggo poi fose quando la capisco esprimo il
mio incontrollato assenso.
Ciao
Zordoz

il 16/01/2004 alle 10:07

... di succulenti che?

il 16/01/2004 alle 19:27

Pardon ho scritto male " .... di succulenti Cevapcici"
Ciao
Sergio

il 17/01/2004 alle 09:07

Il tuo modo di scrivere mi da le stesse sensazioni dei romanzi di C. bukowski
mi affascina molto anche nella devastazione delle immagini dei tuoi paesaggi

un bacio
Kat

il 19/01/2004 alle 23:41

al vecchio buk sarebbe piaciuto scrivere come me... :-P

beh, sono sinceramente lusingato dal paragone.

il 20/01/2004 alle 16:42