Dello ionico mar le fragil onde
sui piedi ignudi tuoi, su antiche sponde,
d'esser cessavan; e v'era lo sguardo
del dio guerriero dell'impero tardo.
L'aere avvolto da note profonde
e tu, distesa su pietre rotonde,
volgevi 'l volto al massimo traguardo
che centrar potea 'l tuo occhio testardo.
Come sirena dell'epica epopea,
il dolce canto tuo a giunger s'accinse
il mio cuore che già te dentro avea,
e, come mito vuol, a te mi strinse
sì tanto, che da te lungi non volea
star, tanto l'amor sì forte lo vinse.