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Pubblicata il 27/07/2003
Nei templi dell'ostentazione
si consuma
felicità solubile,
riprodotta serialmente,
chimica,
istantanea,
fittizia.
Mascelle serrate e cervelli in stand-by,
il vuoto di generazioni
proiettate verso il nulla.
Alza i bassi,
mr dj,
alzali,
soffoca
il grido disperato
di coscienze ormai estinte.
La consapevolezza
torna a possedermi,
soffia sulla brace
che rende vivido
il mio fuoco cerebrale.
Inginocchiato
in un angolo polveroso
osservo e piango,
lacrime non più di presunzione,
ma di dolore.

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...finalmente un po' di verità, brucia come il vetriolo
questa tua bella poesia
un bacio
Tamina.

il 27/07/2003 alle 17:33

E' lo specchio del tempo. Scusami, volevo dire lo
spettro spettrale dei tempi. Le lacrime non servono
più, ormai. O meglio, non ci restano che quelle.
Non già di presunzione, neppure quelle di dolore...
Di disperazione: la tragedia, ormai, è consumata.
Bravissimo,
Vitale

il 27/07/2003 alle 22:25