PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 17/07/2003
Il mio Dio ha un nome breve, tre lettere, una consonante e due vocali. Il mio Dio si chiama Dio. Qualche volta lo prego, più spesso lo sperdo. Ci sono giorni, ma soprattutto notti, che non riesco a vedere il cielo, e vorrei parlargli, sentire la sua voce. Sentirla, non cercarla nel fondo del mio animo illudendomi che sia la sua. Il mio Dio si chiama Dio, ma io non sono suo figlio. O almeno, non diretto. Troppi padri prima di arrivare a lui. Troppe madri prima di arrivare ad Eva, che non era mia madre. La mia, si chiamava Irma. Il mio Dio si chiama Dio, ma il Padre Nostro non lo recito a memoria, il mio si ferma alla prima strofa. Il resto sono parole mie, e dei debiti me ne frego perchè troppe cose ho da dirgli. Non dopo, ma adesso che la vita è ancora la mia. Il mio Dio è un socialista, un negro, un prete, un bianco, un ebreo, una donna, un anarchico, un fascista. Il mio Dio è un europeo, porta le stelle come gli americani, la miseria delle favelas, i tramonti africani. L'ho intravisto a Tiennamen, un pò di più a Calcutta. L'ho visto dietro un muro che sembrava non crollasse mai. L'ho visto alzare bandiera bianca, l'ho visto negli occhi delle madri, sopra le due torri, l'ho visto nella fuga, e nella morte, di innocenti che le torri non l'hanno viste mai. Il mio Dio si chiama Dio, ma finchè la vita è la mia: fatti vedere, gli scritti non sono più capace di leggerli. E prendi pure il battipanni, se ti va. Nel frattempo ti attendo nei quartieri spagnoli di Napoli, tra le Marlboro di contrabbando, tra l'eroina venduta ai ragazzini, tra l'amore di una donna che vende parole d'amore al mercato, tra la carta gettata per terra, tra i volti della gente che ha paura. Ma di tutto questo, credimi, non m'importa. Importante che importi a Te.
Marco
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Grazie per il messaggio. Non me ne avere, ma le mie domande rimangono quelle. Nella semplice verità non mi rivedo, e non mi basta sapere che è stata colpa nostra, che ci dovevamo pensare. Al Mayer di Firenze tutti i giorni, e ripeto tutti, portano bambini che nascono con tumori e altre bestialità del genere. Bambini di pochi giorni di vita. No, scusami, non mi basta la tua risposta. Pur se la rispetto.

il 17/07/2003 alle 18:39
Jul

Da napoletana ti confesso che cercare Dio nei quartieri spagnoli di Napoli è abbastanza pericoloso, ma è più probabile incontrarlo in quel luogo piuttosto che sulla Croisette.
Fucecchio diede i natali al grande Indro Montanelli, non so di te. I toscani sono acuti e lungimiranti.
Se ne avessi curiosità, ti invito a leggere una mia pubblicata nel mese di maggio su questo sito: Io non credo in Dio.
A risentirci, Giulia

il 17/07/2003 alle 21:33

Adoro Napoli, e la conosco molto bene. A Forcella, come alla Duchesca, cammino con la mano al portafoglio, riposto sulla giacca, dalla parte del cuore. A Wall Street il portafoglio è direttamente al posto del cuore. Montanelli è stato un grande, io sono soltanto un bischero. La tua poesia la leggerò quanto prima, ti farò sapere. Credo in Dio, però vorrei capire. La speranza la ripongo in colui che abbiamo messo in Croce. Sia stato, o meno, figlio suo non m'importa. Quello che ha detto si.
Con simpatia. Marco

il 17/07/2003 alle 21:59

Tanti voti a questa tua. Splendida. Un mio amico
poeta (di lui lo si può dire) un giorno mi disse che
ormai la poesia aveva scritto di tutto e che non
restava che dedicarsi alla Poesia Alta. Lui pensava
alla Poesia Religiosa. La tua dovrebbe farne parte!
Dio, Credere, il Dio Nostro, il Dio di Ognuno, il Dio
che non è di altri, ma soltanto di noi stessi??? Tema
da scrivere con l'anima, in silenzio, nel profondo,
soli, singoli. Nessuno, tranne noi, sa!
Ciao,
Vitale

il 17/07/2003 alle 23:14

Ti ringrazio, amico Vitale, ti ringrazio molto. Soprattutto per l'attenzione che hai posto nel mio scritto e, da un poeta della tua levatura, m'inorgogliosisce.
Una stretta di mano. Marco

il 18/07/2003 alle 09:57