Questa sera ho accoltellato
il vostro Dio.
La sigaretta odorava di ciliegia
e non c'era più la cantilena stonata
a vestirmi il corpo di gialli e verdi.
Ho calpestato calore e gelo
credendoli il genio compiuto,
schiuso e fecondo.
Ho serrato il tappo della memoria
e spinti gli occchi sotto il liquido
pregno d'odio.
Ho pianto per la poesia,
masturbato la penna
e la mente in cerca
di quello sperma tanto caro
al veggente.
Ma ancora mi chiedo
dove sia il mio maestro.