PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 25/05/2023
Il sole dopo pranzo picchia duro
non crescono fiori sul cemento
del periferico paesaggio nudo,
l'asfalto emana onde roventi ,
ci rimbalza e non spaventa ,
sudiamo candidi raggi profumati
tra le crepe degli anni ottanta.

Se all' appello manca qualcuno
giro veloce di citofoni cadenti
se c'è n'è ancora in piedi uno ,
come tutti i santi estivi giorni

Calzoncini corti spuntano come funghi.
i più piccoli in groppa sul portapacchi posteriore incitano il pedalatore
come un timoniere sprona i vogatori,
sfrecciando nell'afa su Grazielle
dai colori "giallo sgorgante vita
misto a ruggine" ,ereditata da fratelli
che scarrozzano strombettando
su una ruota a miscela di seconda/terza mano con accensione a pedale/spinta.

Si riversano in strade
che ci appartengono ,
saltando come gatti affamati
intere rampe di piani
sorvolando inutili scale dalle cime di immensi casermoni dalle incupite tonalità,
che toccano popolari cieli
e bucano nuvole infantili
tra indiscreti panni stesi

Il parcheggio è un Olimpico ,
gli spalti enormi palazzi identici
come gocce scolorite ,
con pubblico diffidente acquartierato dietro sonnolenze da calura post pasto
su finestre soffocanti,
e abbandonate panchine incandescenti.
Non manca niente
nel magnifico squallore
del quartiere dall'anima pulsante

in attesa quattro mattoni magicamente pali diventano ,
e si comincia , ci stringiamo
per la conta tra sproloqui
inudibili in un professionale dialetto.
I meno bravi impietosamente
e senza troppe cerimonie
vengono per ultimi pescati
e si accomodano in porta
con tacito accordo senza guanti
ma con sorrisi bianchi e alti
come i semi del soffione .

Portieri fissi o volanti?
Chi porta il pallone si accolla
la spinosa incombenza.
La palla, di cuoio sfilacciato
tempi migliori ha visto,
gonfia a metà rotola a tentoni,
chi la svirgola lontano
ha l'onorevole fastidio di raccoglierla
da solo in desolanti lontananze

Se s'incastra sotto una macchina
non si teme di rotolarsi a terra
tra olio gocciolante
e sudiciume cittadino
con agilità ormai dimenticate
senza rimpianti, non c'era niente di amaro

Non esistono falli e simulazioni
né arbitri o apparati.

Fiat 500,alfette,127 variopinte
usate di rimbalzo come sponde
dal sordo rumore inconfondibile
innescano urla paternali dalle tribune
che si fanno sempre più allarmanti .
La partita senza pausa dura ore
chi arriva a dieci è il vincitore
e si ricomincia fino al richiamo squillante di vigorose madri, domatrici di esuberanze dai capelli impensabili ,
su lividi balconi stampati tutti uguali
nel tramonto per la cena.

Con ancora le ginocchia nere
alla sera stessa musica
giro in bici della durata di tre mesi
e partitella infinita dove nessuno
vuole perdere e vincono tutti
anche chi tra pali di pietra
è relegato
  • Attualmente 4.66667/5 meriti.
4,7/5 meriti (3 voti)