Scrivimi, dal tuo eremo
ogni tanto, quando i sutra ti danno tregua
e non c'è altro su cui meditare
quando il tempo smette di ponzare
e tu scorri come me nel fango
che la tua veste si schizzi un poco
te lo auguro, non perché mi manchi,
più perché ti ricordi
un giorno con l'altro
che persino l'oltre
ha dei limiti, degli angoli
dei bui scantinati
e da quella porta aperta
per soli pochi centimetri
l'aria del mondo
forse anche il suo odore
respira e spira
con me, per te.
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