Cosa fu quella pioggia,
se non le mie lacrime.
cosa fu quell'angolo oscuro,
se non l'ombra del mio cuore.
e quelle parole color sangue
irriverenti sgorgate nude dalle vene.
ed i sentieri d'oro, il lento passo del mare
il marmo sordo dei mie respiri,
piume di sguardi, oltre la vita cerco il passaggio sopra nuvole straziate,
tra pagine rubate rianimandomi da
un deliquio,
le mie mani sospese tra bocca ed infinito,
e cosa fu quello squarcio in petto
se non il cielo rubino in pezzi
perché senza terra restiamo anime,
siamo sale siamo carne senza volto
siamo la forma d'estrema stasi,
in cerca di sogni tra le mani,
ombra ad asciugar la fronte
tremule carezze tra lenzuola,
come a rovistare nell'oceano
il proprio destino .
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