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Utente eliminato
Pubblicata il 23/06/2022
Per un capriccio di mio padre, che oltretutto pensava che il Censore e l'Uticense fossero la stessa persona, mi chiamo veramente Marco Porcio Catone.

Comunque non c'è problema, visto che non possiedo nemmeno l'ombra delle qualità morali dell'uno o dell'altro.

Sono incensurato per puro caso, e non so fino a quando, ma chi mi conosce da poco spesso pensa che io sia una persona per bene, assai garbata.

E' tarda sera e sto rincasando a piedi da una Messa Nera fasulla, durante e dopo la quale io e i miei compari abbiamo abusato ripetutamente e in gruppo di alcune turiste sprovvedute e incuriosite, intontite con le apposite sostanze.

Mi chiamano "l'Anestesista", per la capacità di dosare sapientemente i farmaci propinati, in modo da indebolire quanto basta la volontà, senza stordire troppo le malcapitate.
Eh, sennò che gusto c'è!!!

All'improvviso vengo scosso dalla mia vanagloria da urla femminili strazianti, e appena voltato l'angolo mi appare lo spettacolo di un affricano scalzo e malvestuto, avvinghiato ad una ragazza disgustata e terrorizzata.

Non provo alcuna riprovazione per il collega stupratore, né tantomeno empatia per la vittima, per me carne da macello, anzi traggo piacere ed erezione dalla sua disperazione, ma mi spunta nel cranio marcio l'idea bislacca che potrei fare un figurone a buon mercato, prendendo per il culo il mondo intero, anche perché il selvatico è nettamente più basso e leggero di me, e poi dopo l'ultima "impresa" mi sento sbruffone.

L'ho già afferrato alle spalle per i panni, e lo sto scrollando dalla preda, quando noto una lama corta e affilata, che appena balena dal suo pugno, e gli abiti della fanciulla a brandelli.

Immediatamente dopo ricevo una gomitata nello stomaco che mi fa mollare a mia volta la presa, ma la donna ha colto al volo l'occasione e si è data alla fuga rapida come una gazzella, per balzare a bordo di un provvidenziale autobus, una frazione di secondo prima che le portiere si chiudano.

Furibondo le urlo: "dove vai, puttana, mi servi per testimoniare il mio eroismo!!!".

Lei stravolta si affaccia da un finestrino, e lo sguardo smarrito vaga dal troglodita che l'ha inseguita, vicinissimo, alla mia "persona", più distante.

Faccio appena a tempo ad aggiungere: "v********o!!!", fissandola negli occhi, che l'autobus riparte e si allontana.

Solo allora mi avvedo che il negro, muto e torvo in volto, sta puntando contro di me, la mano sempre armata, e il c***o di marmo, degno d'un somaro, fuori dalla patta.

Rapidamente mi sfilo la giacca e l'avvolgo attorno al braccio sinistro, per proteggermi da eventuali fendenti, come ho visto fare in vari film da guappi camorristi e bulli romaneschi, ma purtroppo io non ho alcun coltello da brandire.

In realtà costui non tenta neanche di ferirmi, ma mi balza addosso come una pantera.

Non avrei mai immaginato che un essere così piccolo potesse essere tanto forte, oltre che agile.

Mi sento impotente nella morsa delle sue braccia nervose, e in men che non si dica mi ritrovo a terra, a pancia sotto, col culo scoperto e pantaloni e slip tagliati a pezzi.

Le sue intenzioni sono inequivocabili, dimeno freneticamente le chiappe per sottrarmi alla penetrazione dell'enorme cappella, ma lui stringe sempre più forte, fin quasi a paralizzarmi.

Appena prima d'essere inculato come una delle disgraziate che un paio d'ore fa mi sono capitate sotto, la Divina Provvidenza accorre assurdamente in mio soccorso, assumendo le sembianze del serio problema gastrointestinale che fin da adolescente mi condannò ad una vita di emarginazione e folli paranoie.

Avverto un terribile mal di pancia, e subito dopo il buco del culo mi schioppa, come per effetto della deflagrazione di una piccola carica di esplosivo, e ciò che schizza fuori, polverizzando la forza di gravità, più che uno stronzo è un vero e proprio pallone di merda!!!

La pressione su di me si allenta, e riesco a mettermi in ginocchio, il negro barcolla, agitando le zampe, il suo grugno, investito in pieno dal merdone, è pressappoco quello di prima, ma non si vedono gli occhi, tappati dalle mie feci puzzolenti.

Accecato scivola dal marciapiede, e viene travolto con estrema violenza da un pesante furgone, lanciato a gran velocità lungo le strade semideserte.

"Pezzo de merda, Polifemo!!!" gli strillo, mentre agonizza in preda alle convulsioni.

Mi scappa da sghignazzare come un demente, riconoscendo che almeno l'insulto si addice altrettanto a me, in tutti i sensi, ma non ci sto a riflettere sopra, e comincio a correre come una lepre, a culo nudo e sporco di merda.

Il conducente del furgone mi urla dietro: "'ndo c***o vai, cornuto, mi servi per testimoniare la mia innocenza!!!", ma io accelero, non è certo così che accarezzavo l'idea di fare notizia, e l'ultima parola è ancora la mia: "v********o!!!".

Supplica alle Sante Donne

Vi scongiuro, Sante Donne,
dalle corte, inguinali, o lunghe gonne,
con o senza le mutanne,
o eleganti pantaloni,
fragil scudo agli uccelloni.

Timide nubende,
madri di famiglia,
zoccole e sgallettate tremende,

in grave periglio è la Nazione,
a cagion dei picchi di testosterone
dell'affricana immigrazione.

Ben si sa,
al "Bruschetta" non basta una pugnetta,
sotto un tetto o per la calle
ad altrui carico ha da svuotar le palle.

Sia la gnocca maschile o femminile,
anteriore o posteriore,
è per lui mero dettaglio
su cui pene non vale d'indugiare,

e oltretutto sovente è squattrinato,
e non può ricorrer al mercenariato,

poveraccio 'sto negraccio,
senza sfogo all'uccellaccio!!!

Non sperate nello Stato,
a spennarci è indaffarato,
ed in zone protette i suoi Boiardi
con le famiglie fanno festa fino a tardi,
dove mai giunge l'eco del botto
d'un culo a viva forza rotto!!!

Onde per cui, se i vostri cari
dall'inchiappettare volete salvare,
non siate sdegnose,
al negro offritevi gioiose,

voi, se vi dice bene col pene,
ve la caverete con lo sbraco della fica,
ma figli, mariti, e padri, a cui volete bene,
non possono mica.......

Oltretutto "Carbone" è di bocca buona,
e qualcheduna sfiorita,
a cui più nessuno il clacson suona,
da anni dal maschiotto mai più sfiorata,
al Civico Encomio, inconfessata,
potrebbe unire una bella sollazzata.

Sempre meglio d'un figlio, d'un marito,
d'un cugino, d'un fratello,
a cui curiose spiaste il pisello,
con la prostata schiacciata,
e la nocchia suturata,
che vi parla poi in falsetto,
e non rizza più il cazzetto!!!
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