Dando voce a mio padre... la poesia più lunga che ho scritto.
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Corri, figlia mia corri,
che il tramonto aspetta
i capelli tuoi folti e lucenti
in fondo
l’hai avuto un lago coperto di ninfee
e quello con le isole posate sull’acqua
hai avuto i campi del tabacco,
e quelli del riso con gli aironi piccoli e bianchi
ora vivi
tra il silenzio dei colli e un sole rosso
impasti i giorni
e cuoci il pane,
scartando la mollica
perché a noi due piace
la crosta anche se frantuma il cuore
non smettere di correre, figlia mia,
anche se il canto del gallo
ha ovunque la stessa voce
con il battacchio che segna le ore
corri, mia diletta, come non ho mai corso io
e non importa se mai nascerà per te l’amore,
verrò io sempre a cercarti, come unico uomo
che t’abbia amato cosi come sei...
figlia del mio stesso vento.