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Pubblicata il 16/04/2021
Nonostante tutto quello che mi circondava
ho tenuto sempre la luce accesa
e la porta del cuore aperta,
la malattia di mia madre
mi assorbiva letteralmente
e ogni mio giudizio...
la mia stessa coscienza
erano stati messi in un cantuccio
annullandomi del tutto.
non avevo una spalla sulla quale piangere
ma solo dei fogli immacolati
dove poter versare ogni tanto una lacrima,
per non cadere totalmente nel vuoto del "dopo"
che ti spiazza e non ti riconosci più
in quelle quattro mura
avvolta dalla gelida solitudine,
varcando la soglia del dolore.

Anyta Goffredo 12/04/2021.
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