Forse mai saprò
quanto i tuoi occhi bruni
di boschi di faggio
riescano a vedere
il mio modo d'esser serio,
il mio mondo in cui mi ci perdo
a quale Dio mi inchino
i pianti chiusi dentro le valige
i miei relitti d'avorio inabissati.
i libri i miei cani accucciati nel cuore
i sogni bruciati dietro gli specchi,
i teatri vuoti di ogni giorno.
vorrei mi seguissi
tra le mura incorniciate
dei mie umidi rifugi,
dentro il respiro dopo l'amore,
tra le mie dita sporche di strada
nel dondolio di una manciata di foglie.
chissa' se quel che vedi di me
non sia altro che quello
che il tuo cuore desidera,
o forse son io, mite lamento del merlo,
incapace di vedere li dove
posano i tuoi sguardi.
tony Orlando .
poetika vol.2.
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