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Pubblicata il 22/02/2021
Quante pelli ha il nostro cuore
quanti strati attraversa
prima di consumarsi, un dolore

infuriava come un cavallo selvaggio
mangiava e dormiva con me
sembrava non dovesse mai finire

guardavo boschi e colline
quella luce lontana, laggiù
eccolo, il re dei geni
c'è un cielo di rondini
sopra di me
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Da qualche tempo mi sorprendi, con questi versi sincopati, con questa chiusa che sembra un grido...

il 22/02/2021 alle 14:06

Il cuore soffre ma apre nuovi orizzonti per non soccombere! Notevoli versi, Arthur!

il 22/02/2021 alle 14:26

Il titolo si, mi ci sono impigliato per un po' di tempo, ma poi mi ha soccorso le mille e una notte e la grande Shahrazad, sennò non sapevo a che santo votarmi...che dirti, ma tu già lo sai...grazie mia cara, un grande abbraccio

il 22/02/2021 alle 15:07

la musica mi piace molto, ultimamente la ascolto anche di più, sarà per questo? Grazie Anna, gentilissima

il 22/02/2021 alle 15:08

per forza morris, è una questione di sopravvivenza..grazie

il 22/02/2021 alle 15:10

Sembra che si crei un livello parallelo e questo è anche merito del titolo.

il 22/02/2021 alle 17:54

è vero Vincent, non ci ho riflettuto molto ma è così...grazie

il 22/02/2021 alle 18:09

Splendida poesia arturo!Il nostro cuore può soffrire moltissimo, sembra consumarsi dal dolore ma ha risorse nascoste , è capace di stupirci sempre, ma ciò che è geniale è il cielo di rondini che porta primavera e speranza. Abbracci.

il 22/02/2021 alle 19:02

Ma quel cielo era reale ninetta...E'proprio tutto vero, tranne il re dei geni che ho solo immaginato. Ti abbraccio anch'io, e grazie

il 22/02/2021 alle 19:32

ci sono le rondini? che meraviglia! è da un po' che non le vedo...

il 22/02/2021 alle 20:13

hai voglia, qui ne ho tante...

il 22/02/2021 alle 20:37