Uno sguardo dentro e oltre se stesso, sullo sfondo una donna, una città, un'antica certezza. C'è mestizia o forse solo una grande stanchezza e, per chi conosce Roma, una nostalgia che strugge. L'ho interpretata così Ciro.
Molto bella, con quell'offerta "non vista" che tormenta l'anima di molti e senza neanche l'abbraccio di Roma...
Di colpo, le sensazioni che solo Roma può trasmettere, mi ripiombano in mente: ho voglia di sedermi alla "Rampa!" riattendendo quella "donna cristallizzata" che insieme alla propria figlia, senza conoscermi, mi invitarono al loro tavolo. Grande Arturo! Bella davvero.
Primi anni 80, il mio arrivo a Roma per lavoro, ricordo, una città dove confluivano mille fiumi, gente di tutti i tipi e da tutto il mondo, tutta l'Italia e buona parte del mondo vi confluiva...frequentavo Trastevere che allora era un quartiere vivo, non il Disneyland che è adesso, completamente impersonale e quasi senza abitanti stanziali...la mattina c'erano i bar-latterie che si riempivano di gente, molti ragazzi che facevano teatro sperimentale, poeti spostati, tanti drogati, ma anche massaie che facevano quattro chiacchiere, insomma era facile allora conoscere senza difficoltà migliaia di persone, anche per un musone come me...La nostalgia per "quella Roma", mista al trascorrere del tempo e all'imbarbarimento della città e del mondo in generale, insieme alla stanchezza come dice giustamente Arlette, alla mia stanchezza, ha dato la spinta inconscia alla nascita di questa poesia....l'offerta c'è stata, era quella di quei tempi così pericolosi ma anche così vitali, io, curioso, ma mai completamente coinvolto, ero "dentro e fuori", e forse, guardando quello che è poi diventato il mondo, ho perso un occasione..."Bisogna saper vivere il tempo, non arrivarci per contrarietà", era una canzone di Guccini proprio di quei tempi, "l'Eskimo", e si adatta come un guanto a quello che ho detto....ringrazio tutti, Tina, Eriot, Morris, per il tempo e l'attenzione
Non conosco Roma nel suo animo profondo l'ho cercata sempre nella sua Bellezza il cuore in tumulto nei Musei ...l' impressione a notte di veder sbucare da un vicolo avvinti in un mantello Gian Lorenzo o il Caravaggio...la scopro ogni volta diversa nei libri, nei film, nei racconti del vissuto intensi e veri come il tuo sia poetico che narrante ed è forse questo stillicidio incostante che me la fa più amare.Grazie
Rimane una città magica, ancor più ora con poca gente per strada, la sera puoi sentire il rumore delle fontanelle nei vicoli...proprio ieri sera ho visto per l'ennesima volta "la grande bellezza" di Paolo Sorrentino con quel mostro di bravura di Toni Servillo...Questo film sintetizza davvero quello che è il mio pensiero, la grande bellezza è nelle cose, non nella gente, lo so che dirai che sono il solito disfattista e pessimista ma è davvero così, un contrasto davvero lampante per chi come me ha conosciuto un'altra città, Roma è la mia città d'adozione (anche se ora vivo in campagna da più di 10 anni) sono napoletano ed orgoglioso d'esserlo, ma la amo profondamente, per questo ne vedo i difetti...Comunque se decidi di conoscerla meglio sarai mia ospite...ti abbraccio Luna