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Pubblicata il 13/10/2020
Il taglio di un albero è il dolore
che sento più acuto in fondo al cuore
lo schianto è come un urlo di agonia
d’un essere caduto solo per la via

il vuoto che lascia vedere oltre
È un buco di disperazione e morte
una mancanza che mi toglie l’aria
l’assenza che si perpetua nella storia

non c’è più, eppure era alto e forte
silenzioso e possente nella corte
la sua ombra la sicurezza del gigante
che da amico protegge ed è costante

la scorza ruvida copre un cuore buono
che ospita e protegge il pellegrino
È il rifugio della natura, il più possente
per le piccolezze inermi tutte quante

non ha voce, solo brusio di scuotimento
quando di colpo lo attraversa il vento
ma da tutti pare ora visto come minaccia
che sporca, cade a pezzi e poi schiaccia

stiamo distruggendo il buono della terra
ora solo cemento e asfalto che sotterra
come rifugio al sole solo tende e coperture
niente più vita, soltanto aride brutture.
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Molto bella e vibrante. Complimenti

il 14/10/2020 alle 05:28

Poesia molto significativa e sentita dove traspare il grande amore per la natura. Metrica e rime non perfette non tolgono valore al componimento. Brava

il 14/10/2020 alle 09:24