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Pubblicata il 18/04/2020
Tutti questi sboccamenti di sangue.
le confusioni che emigrano tutte nella mia direzione
la confusione è una prerogativa dei granelli di sabbia.
e gli sboccamenti del sangue che puliscono questa soffitta
filmata da telecamere immortali.
sono soltanto un nudo istante
di infantile curiosità
il mio tappeto è nero
quello bianco costava troppo.
e poi si sporca di permanenze.
da dove nasce questo sfoggio di naufraghi
per grammi e grammi ho ipotecato la cuccia del cane
per i grammi ho ipotecato il mio armadio impregnato di vestiti
da sposa.

un embolia cinguetta nel cuore e il telefono squilla
sbocca il telefono con turpe respiro
non risponderò perché so che incaglierei
il maglione sulla maniglia della danza eterna.
allora, siediti;
un getto di sangue precede le sirene
dell’ambulanza.
sbocca il telefono in un’adulazione insopportabile.
spauracchi di sangue precedono l’arrivo degli sbirri
quanta merda ho inciso sugli acquazzoni e sui risciacqui
degli incantesimi.
amore mio, per un grammo ho ipotecato il fuoco
ma per te che mi liberi dai pregiudizi
e deformi i cristalli
per te il mio teschio confiscato.
amore mio, le sirene si avvicinano
balzando come tigri
una fiamma le precede, una fiamma amore mio
le sento le sirene nella loro processione,
stanno arrivando con le loro diapositive emulsionate
i loro macchinari rivestiti di bianco
le barelle oh le barelle smontate e montate
dovranno fare le scale, gli preparerò
un caffè, amore mio, vedo il mio mito.

lo vedo. È potente.

le ambulanze marciano in fila indiana
carcasse bianche con i loro tavoli allungabili
per le morti più lunghe
amore mio, vedo appollaiarsi sul mio letto
sul schienale del mio letto
una condanna.
si una condanna a morte.
ma le sirene e le diapositive e le barelle
scintillano le vedo scintillare
ma c’è traffico nell’ ossido di carbonio,
gli operai stanno tornando a casa,
stanchi, non parlano, pensano,
pensano a dove parcheggiare la macchina
e pensano se alla loro sinistra
ci sia un utero per loro
io vi darei il mio utero ve lo regalo
operai quanto vi amo…

dal precipizio del mio letto la condanna mi sorride
ha una forma, si svela,
si esibisce
amore mio ti ringrazio
ti ringrazio, sto collassando per sempre
in una flessuosa vitalità,
perché adesso so che la morte non esiste
nel precipizio del mio letto
la morte è l’unica superstite.
ecco le sirene ecco le barelle
stanno arrivando
amore mio sul schienale del mio letto ci sei tu
o almeno ti vedo
ti voglio vedere ancora una volta…
suonano alla porta, bussano, è guerra.
chi gli ha chiamati?
il spruzzo del mio sangue è una crosta sull’inguine.
una crosta spessa, come un braccio di mare.
oddio muoio.
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Sanguinolenta

il 18/04/2020 alle 09:19

Si percepisce, come in una Guernica, l'orrore di una guerra (qualunque essa sia) il caos turbinante di qualcosa che (forse) è solo nostro... la Guernica dei nostri giorni...

il 18/04/2020 alle 09:52

Bello l'intervento di Genziana, mi piace il termine vaneggiamento....anche se preferisco delirio...

il 18/04/2020 alle 10:20

qualcosa del genere...ottima osservazione

il 18/04/2020 alle 11:09

IL MITO morire da poeta maledetto...

il 23/04/2020 alle 23:59