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Pubblicata il 15/04/2020
È dentro me
la città più vuota
dove calabroni volano
liberi
tra le ceneri dei focolari,
dove il tempo lascia
il suo segno nero
all'orizzonte delle cose
finite
le scuse,
le scuole,
i riflessi delle finestre
sull'asfalto...

c'è uno stormo,
vola sulla stazione
nel cielo blu
a perdersi nell'eco della pioggia.

ho un cuore
in due metà,
io,
come le onde
un sentimento mangia l'altro
e mentre tu ci nuoti
io c'affogo,
naufrago
in questa mareggiata
scaraventato qua
a frantumarmi
tra le ossa di un destino
senza pace,
sugli scogli del tuo sguardo.

giace, liso,
lo straccio d'una norma,
consunto,
umiliato tende a sbiadire;
un grosso stivale
per la via
ritorna il sole
dopo tanta procella,
come dèi senza scorta
noi
affondati agli inferi desertici
isolati così vicini.
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..."tra le ceneri dei focolari dove il tempo lascia il suo segno nero all'orizzonte delle cose finite"... la speranza mai ci abbandoni per un vivibile e piacevole futuro non lontano...

il 15/04/2020 alle 21:23

Vi ringrazio mille volte e mille altre ancora per la vostra cortesia che pure vi precede di molti passi. Un caro saluto e un buon augurio per questo periodo difficile che tutti condividiamo. A presto

il 17/04/2020 alle 02:23