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Pubblicata il 25/03/2020
Tartagliai il tuo nome spesso
nella notte smozzicata
da nuvole infantili
disperata
crogiolai il mio fianco destro
nella sabbia impallidita
da soffi clandestini
spaventata

fui ferro
e braccio freddo
fui porpora
e tu vento

ora ho ruggine di pianto
di te
solo un lamento
spento

cosa ho fatto col mio corpo?
ho vissuto vite
che non mi riconosco
eppure
ti sogno
nel bosco

ed ora che è rimasto?
ho perso le certezze dal mio sguardo
ma sono un surrogato
sono cemento armato
e mi resisto

farfugliai di amore troppo spesso
nella mia sbieca passeggiata
di passi sopra fili

mi son sedata

per non guardarmi
più

tra i finestrini
opachi

per non guardare
giù

i resti
lasciati
da un dio

tartagliai il tuo nome spesso
perché ho scordato il mio
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bella mi ha trasportato su di una spiaggia ventosa a respirare la salsedine.

il 25/03/2020 alle 16:09