Ecco, sono per te la rosa damascena;
tesso fazzoletti damascati,
morbidi scrigni
per custodire lacrime iridate...
sono la rosa recisa
che anela calici di rugiada.
nel delirio odo qualcosa…
era il tuo passo muschiato, amore?
era solo l’eco dei miei desideri...
era l’ingannevole suono
emesso dall’estasi violentata....
suonami, suonami ancora
la tua struggente melodia,
suonami un “notturno” di Chopin
musicista dalle mani di alabastro;
la tua musica racconta di amanti infelici,
condannati a non fondersi d’abbraccio...
la tua musica è il leit motiv
di un viatico di solitudine...
e quando sarò morta,
suonami un ultimo "andante"
ma piangi in silenzio, per non svegliarmi,
non vorrei ritornare
fra coloro che sono morti da sempre...
i fiori non dovranno mancare...
gerani, gelsomini, fiori di prato;
non importa,
allieteranno loro il mio ultimo viaggio..
veloci, anche le mie mani suonano
la tastiera del dolore inconsolabile,
venga l’amor mio
a porgermi il suo prezioso balsamo...
vedi, la ferita più profonda è qui,
sul cuore,
posa lievemente la tua mano...
solo allora,
raccolte le ceneri dei miei desideri,
mi avvierò verso l’Eterno luogo,
con la mia valigia di albe immortali.
-------Essendo a corto di ispirazione sono andata a ripescare qualcosa da deamor
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