segretamente
mi sì è
straripato
il cuore
ed ha macchiato
il mio petto
di un colore
purpureo.
velocemente
si son
scatenate
le aiuole,
mi si sono sbocciate
sul petto,
di un candore
cinereo.
precocemente
ho spento
lo stereo,
l'ho strappato.
adesso
è un lento
marciare
tornado.
ho un vento
reale
che mi nasconde
il fiato
e
da questo
guidato,
son tornato alle rive
del fiume
innevato,
mi sono lavato
il ferrato
petto
calpestato
e
mi sono
rialzato
più vivido.
io
col mio sorriso
liquido,
il mio respiro
scomodo,
vivo il vespro
recondito
inevitabile.
io
ho pronunciato
il mio
rimprovero,
il mio cercare
insolito
l'instabile;
ho preannunciato
il mio
ritorno
filantropico
friabile,
ed ho promesso
sole.
ma
adesso,
che ho giurato,
ho perso
le
parole
per dirmi
di me,
di come
possa
amare,
di come possa
stare
senza amore .
eppure
ho pensato
ed ho scoperto
che:
è il mio
comodo
selciato
a grattuggiarmi
l'ardore,
a rubarmi dalla faccia
il calore.
ma adesso
sono stanca
della caccia
al coniglio
voglio coltivare
il giglio
che mi scorge
dal petto
macchiato
di un rosso
purpureo,
quel petto
colorato
di un colore
cinereo,
è petto
venereo
scaldato
di sangue
bollente
e così
dannatamente
fertile
di sudore,
'ché solo
macchiato
fa crescere
amore.
e non posso
più fingere
di potermi
lavare
dal sangue
che macchia,
che traccia
indelebile
la mia sottile
sorte:
la morte
mi è
madre
ma
solamente
le sue braccia contorte,
leggiadre,
sanno aprirmi
le porte
all'amore,
alle fiabe.