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Pubblicata il 15/02/2020
Scende il sole del meriggio
con grida di strillone,
è una piazza vuota, polverosa
ed eco di campanili.

ci correvano i carretti.

roboante, vicino,
il fiume sporca la piana gialla
è sussurri tra ciottoli,
è alghe e rifiuti tossici.

argento vivo: Mercurio messaggero.

gialla è pure la volpe,
ciarliera, rabbiosa
e m'ha strappato i pantaloni.

lo ammetto: ero ebbro.

amo la cecità di un istante,
l'attrito dell'attesa,
il ricordo di un momento.

solo: è stato il dio-pannocchia.

ora là c'è solo traffico
e una lacrima di piana.
c'era la parata...

così,
tenue tono seppia,
piano si spegne l'occhio.

ed è già passato qualche anno.
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Nel complesso, questa poesia regala attimi di evasione, bella l'idea del dio-pannocchia.

il 16/02/2020 alle 08:47