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Pubblicata il 07/01/2020
-Sottile lama, rabbia urlatrice, ladra
t’avvinghi artigli alle invasioni
del quieto consapevole fino a svaporare
infelicità riversata sbarre di quotidiano.
-Poi il morso ancora l’inquietudine
e il cuore galoppante fino alla meta svetta
vittoria nell’esser suo ad angoscia
fino a soffocare anima a stoppa.
-Una lacrima ricorda il dolore, la strada del sogno,
la pace ricalcante l’acquoreo argine d’anima.
-Aurorale ora scema , ha nel sonno il corpo,
l’ascolto del silenzio a ventre d’infinito
e l’apice s’incorona piccolo crisantemo, derubato di mestizia.
-Tutto è cristallino nel tempo d’eco traslato primizia.
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