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Pubblicata il 22/11/2019
-S’annidava ritaglio scevro
al rientro dal nero puro
a guardia del sentire vetro
il cadenzato lento d’arso
un dejà vu d’altro falso.
-Accorreva poi appeso alla costola
ad istruire l’intuito senso
la rabbia dai toni radi in vena
la fermezza a serra chiusa
con muffe di lingua in pena.
-Si scuoteva il tedio a difesa
scandagliando il fondo d’aria
come un tucano ad ala cava.
-Apriva cova la danza giostra
liquidava tenerezze, ariosa
baldanza a chiave d'alta prosa
come fonte ormai affranca.
-Scappava sordo il muto segno
il tempo frodato di colmo
sbattuto il tornio ad oltre cuore.
-L’altro dagli occhi morbosi di sasso
aveva quel dito giallastro appena sotto
il gigantesco silenzio calloso
ed iniettava ferite di ferino imploso.
-Più sotto lo sbieco nascosto
saliva l’incontro col muso a pretesto
il gelo gettato lì, calava vasto.
-Disperava tale in quel che era vita
la scena rimandava ad altra scena
senza bellezza, senz’amore, a tratti aliena
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molto bella e visiva! brava! :-)

il 22/11/2019 alle 12:04

Piacevole lettura. Complimenti!

il 23/11/2019 alle 09:22

Gentilissimi! Grazie del tempo dedicato! ^ . ^

il 24/11/2019 alle 17:04