...Vivida malinconia esprimono i tuoi versi...anche se quei giorni non sono più i tuoi la carezza del tuo amore ne vagheggia ancora i sentimenti...
Quei giorni, Rom, hanno tatuato indelebilmente un imprinting nell'animo che pare che tutto quel che ne è derivato ne porti segno e disegno..l'impegno è stato non cedervi, alla melancholia, e lasciare che imperi..Grazie per il tuo commento, sempre apprezzato.
Mary Hopkins cantava "Quelli erano giorni..." scherzo ma ho passato quel che hai passato tu ed è stato la morte dell'anima. Però dalle macerie ne sono uscito per fortuna... mi auguro accada anche a te.
Abbraccio le tue sensazioni con sincera immedesimazione! Ciao, amico Sergio!
Le macerie, Zacchete, sono il materiale di risulta delle esperienze..... in italiano Quelli eran giorni era cantata da Giuliana Valci....ed il priodo è quello ...Grazie per le tue parole
quanta ricchezza porta esser soli, ma quanta tristezza nel trovarsi quasi sempre a mani vuote...Questo mi lasciano le tue belle parole
Grazie Arturo per la lettura di questi miei versi, .. lo dicono tutti che per stare bene con gli altri uno deve prima stare bene con se stessi...tu parli di ricchezza nella/della solitudine, beh io ancora non mi sento ricco, ne riesco a stra bene con gli altri, da allora.
riletta oggi la interpreto come canto della incomunicabilità e della solitudine
Arturo, pure per chi le scrive le parole, i versi, letti a distanza di tempo assumono cromie differenti, se poi le scrittura riesce a trasportare la mente in un altrove ed in un quando distopico, non si distingue più nulla in un unicum emotivo..Grazie per le tue letture e le tue attente parole.