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Pubblicata il 21/06/2019
(Esterno - tramonto - anfiteatro di Libarna - oggi)

Sulle rovine di Libarna si aggira Marzio Numilio
ancora cerca Lucilla, la sposa
selvaggia e dolce che qui scomparve,
nel silenzio dei monti nello sciacquar del fiume,
nell’erba e pietra.
Passano oggetti paurosi in terra e in cielo
quel cielo limpido e libero
ora tagliato da fili vaganti.
Non uccelli e orsi, non grida di cervo
ma fumi e rumori in unico suono.
E Marzio grida con voce serena
"Libarna, pietre disperse sul colle e nel fiume
parlami ancora, io starò qui
fino alla fine del tempo.
Le terme possenti e i resti del foro
saranno polvere pur io resterò,
ai piedi dell’arco che fu nostra alcova.
Lucilla, il tuo Marzio diventerà
di puro granito e sarà il decumano
nel tuo ritorno alla Libarna del nostro amore."
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letta con curiosità ma mi piaci di più quando esterni pensieri che colpiscono sentimenti più attuali e veritieri....Gabriela.

il 21/06/2019 alle 18:31

Grazie gabriela. Le saghe mi hanno sempre attratto e ogni tanto ci casco.

il 22/06/2019 alle 09:09

Originale e scorrevole. Passano oggetti paurosi in terra e in cielo, mi fa pensare a una invasione aliena ai tempi di Lucilla.

il 22/06/2019 alle 10:09

Grazie Vincent: molto più semplicemente, come dal timing del copione, siamo all'oggi e gli oggetti paurosi, per un romano, sono gli aerei e le auto....

il 22/06/2019 alle 15:10

Scrivere è anche questo; far conoscere luoghi sconosciuti, non con un depliant, ma attraverso il proprio modo di sentire e poetare. Ho poi approfondito e trovato luogo e storia interessanti. Un saluto Eriot.

il 24/06/2019 alle 10:32

Grazie arlette. Da bambino ho giocato non so quante ore tra quelle rovine e non c'era volta che non venissi investito da qualcosa di intimo. Per questo invidio (veramente) chi vive in luoghi unici, come Roma, dove basta uscire di casa e guardarsi intorno per essere travolti da milioni di vite.

il 24/06/2019 alle 11:06