PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 13/06/2019
Da leggere dopo Les jeux sont faits (1) (s.v.p.)

• Dunque, perché il casinò (anche ideale e quindi "equo") si arricchisce e noi perdiamo? Vediamo.
• Siamo d'accordo che il 25 esce (su un grande numero di giocate) tante volte quanto il 32 o il 6 o tutti gli altri numeri? Si, siamo d'accordo.
• Ma noi umani siamo strani: quando si tratta di giocare dei numeri non siamo affatto liberi nella scelta.
• E' un dato di fatto che, su un gran numero di giocate (poniamo: un miliardo di puntate) se si andasse a vedere la classifica dei numeri giocati scopriremmo che abbiamo giocato enormemente più spesso il 3 che non il 41, oppure il 13 che non il 9 e così via.
• Il fatto è che alcuni numeri hanno con il nostro essere "umani" affinità maggiori di altri. Sono affinità psicologiche, culturali, biologiche, emotive, matematiche (es. 12 mesi dell'anno, 12 uova, 12 ore, apostoli... e del 19 o del 37 che ne facciamo? cosa ci dicono? Il 12 verrà fuori molto più spesso nelle nostre puntate. Non parliamo del 3, del 13, dell'1 e altri, ambitissimi).
• Questo cosa implica: implica che noi, puntando secondo i nostri schemi, è come se pretendessimo che il 13 uscisse molto di più del 59 e così via. Ma ciò non avviene: il 13 esce con l'identica frequenza del 59.
• E' lì che noi siamo destinati a perdere. Il casinò gioca sempre su tutti i numeri che noi non abbiamo puntato cioè lui gioca secondo la logica delle probabilità, noi no.
• Come difendersi? Bisogna togliere a noi stessi la decisione del numero da puntare e affidarlo a un generatore di numeri veramente casuale.
• Quando andiamo al casinò portiamoci una piccola roulette da gioco casalingo. La mettiamo sul tavolo bene in bolla e poi, prima di fare la puntata, tiriamo la nostra pallina e giochiamo il numero che esce dalla nostra roulettina (sempre che non ci prendano per matti).
• Su un grande numero di giocate, allora, potremo sperare di essere più o meno in pari.
• C'è anche un secondo sistema (per rimanere in pari): giocare sempre lo stesso numero, perché statisticamente verrà fuori una volta ogni 36 tiri e per cui... ma non è molto divertente.

Il 41
stava il 41 nell’angolo più oscuro
mentre, nella via, il 13
assiso sul carro del Re
benediceva la folla.

si accostò il 59, anch’esso mogio
scansando il 3 rutilante
sul cavallo bardato.
“Vieni - disse-
mettiamoci insieme,
saremo 100 e non ci sfiderà nessuno.”

(ps. Abbiate comprensione, l’ho scritta a 16 anni!)
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la verità è che se giochi tutto, esce il due di spade...e' cosi!

il 13/06/2019 alle 18:59

bisogna starci alla larga!

il 13/06/2019 alle 19:00

ciao

il 13/06/2019 alle 19:01

E' vero Ugo, starci alla larga è l'unico modo sicuro per non perdere.

il 13/06/2019 alle 19:23

Sono divertita lo ammetto! Posso obbiettare allora che tutte le scelte compiute da una persona non siano libere perché dettate da indottrinamenti, pregiudizi, attitudini, simpatie, antipatie, e quant'altro! La verità è che la libertà è un'illusione! L'uomo che più pensa d'essere libero erra, perché prigioniero della sua paura di non esserlo! Ad maiora! ^-^

il 13/06/2019 alle 19:24

Eh, che dire, non hai mica torto.... Però bisogna intendersi sulla "libera scelta". Una scelta può essere libera nel senso comune del termine, ma non è detto che sia veramente "consapevole". Basta vedere come ci comportiamo con la pubblicità: volenti o nolenti ci condiziona più o meno tutti... anche se non ce ne rendiamo conto.

il 13/06/2019 alle 19:29

E infatti è la maggiore o minore consapevolezza che rende più o meno liberi! E ora mi chiedo e ti chiedo come possiamo noi uomini alla mercé di una mente così assoggettabile e perfettibile trovare soluzioni ad enigmi di fisica quantistica o anche solo a domande filosofiche che ancora aspettano una risposta da secoli! Noi siamo schiavi e tiranni di un pensiero che fa acqua da tutte le parti! Comprendi ora che non solo non abbiamo gli strumenti per svelare enigmi ma nemmeno il pensiero pulito! Io credo nell'intuizione, molto più ancestrale e selvaggia, libera!

il 13/06/2019 alle 19:37

ciao Eriot. leggi il mio testo " la gabbia "

il 13/06/2019 alle 19:42

Gabbia: vizi capitali, l'ego.

il 13/06/2019 alle 19:47

comunque e' un'esperienza forte e come tutte in fondo positive.

il 13/06/2019 alle 19:55

credo sia pericoloso voler ammaestrare la propria coscienza...alla fine ti morde.

il 13/06/2019 alle 20:09

penso sia meglio dialogare con noi stessi e trovare un accordo.

il 13/06/2019 alle 20:10

il dialogo disciplina.

il 13/06/2019 alle 20:14

disciplina la crescita.

il 13/06/2019 alle 20:18

Ugo: non è che abbia capito molto.

il 13/06/2019 alle 20:33

voglio dire che, chi ci comanda e' la nostra natura che viene prima del nostro pensiero razionale.

il 13/06/2019 alle 20:46

noi dobbiamo fare i conti con questa che non priva il suo nodo.

il 13/06/2019 alle 20:49

ed è inutile che qualcosa gridi : Respira!

il 13/06/2019 alle 20:50

Ora è più chiaro. Sì, il pensiero razionale trova difficoltà ad esprimersi. E non è una novità.

il 13/06/2019 alle 21:04

Rosi: già Platone con i suoi cavalli bianchi e cavalli neri, l'aveva avvertito. Poi secoli dopo, l'lluminismo ha tentato di ammazzare i cavalli neri, ma non c'è riuscito. Ma non ci si arrende. L'intuizione è certamente un evento per così dire "supremo", ma non basta, dopo l'intuizione (vedi Galileo) ci vuole la prova.

il 13/06/2019 alle 21:10

grande Rosi !

il 13/06/2019 alle 21:12

grande Eriot !

il 13/06/2019 alle 21:12

che bel dialogo!

il 13/06/2019 alle 21:13

Platone diceva anche che bisogna " saper pensare "

il 13/06/2019 alle 21:15

eh si !...non è mai finita!

il 13/06/2019 alle 21:16

però, il fascino della conoscenza!

il 13/06/2019 alle 21:17

ciao ragazzi

il 13/06/2019 alle 21:24

Mi permetto di dissentire Eriot! Werner Heisenberg, uno dei padri della fisica quantistica: "l’attenzione e l’intuito di coloro che cercano di interpretare i fenomeni svolgono un ruolo importantissimo nello sviluppo, e perciò lo sfondo filosofico da cui partono – consciamente o meno – ha un’influenza determinante sui risultati della loro attività”. Karl Ppper: "E' la teoria a indirizzare l’osservazione, anche se il nostro senso comune ci spinge a sostenere il contrario." lavoro del gruppo di ricerca dello “Event Horizon Telescope”, abbiamo un’ulteriore conferma della teoria della relatività. Si noti tuttavia che Albert Einstein aveva sì previsto il fenomeno, ma senza basarsi sull’osservazione o su dati osservativi. Formulò infatti la sua ipotesi all’interno della teoria stessa e, benché fossimo già a conoscenza della sua validità, mancava sino a questo momento una conferma così diretta. Ancora una volta abbiamo la prova che, nella scienza come altrove, per raggiungere grandi risultati servono più l’intuizione e la fantasia della routine quotidiana. Potrei portare altri esempi ma mi sembra chiaro dove sia il vero!

il 13/06/2019 alle 23:41

Grazie Rosi, ma guarda che io ho detto proprio questo: l'intuizione è l'evento "supremo", nessuno lo disconosce, ci mancherebbe. Ma, ripeto (e nel tuo scritto quando ti riferisci ad Einstein, lo confermi), la "prova" in fisica è fondamentale. Sai bene che si tratta di uno dei pilastri della scienza moderna (guarda un po' dove si va a parare partendo da un casinò...).

il 14/06/2019 alle 00:11

L'intuizione dei buchi neri si può far risalire a 250 anni fa ed è proprio grazie a questa intuizione che si sono potuti indirizzare gli studi atti a trovare verifiche, prove! Mi spiego: l'intuizione sono gli occhi che dirigono lo sguardo e indicano al pensiero dove dover guardare!

il 14/06/2019 alle 00:20

Lo stesso poeta è un visionario! Einstein ne era consapevole! Lo stesso Heidegger ha avuto tanto dalle intuizioni poetiche di Friedrich Hölderlin non dimentichiamolo per sviluppare il suo pensiero filosofico!

il 14/06/2019 alle 00:22

Hölderlin gode di un primato indiscusso sugli altri poeti che Heidegger prende in esame (Hebel, Rilke, Trakl e George) 8; il suo avvicinamento alla figura del lirico tedesco sorge da una necessità del pensiero heideggeriano che è quella di ricevere una parola adeguata per dire ciò che il linguaggio metafisico non è in grado di nominare. Proprio come colui che ricerca, Heidegger accoglie le sollecitazioni, gli aiuti hölderliniani per riscattare l’esperienza del linguaggio di Sein und Zeit 9. In questa ambiziosa operazione di ricerca ed accoglienza dell’aiuto proveniente dalla parola poetica, Heidegger sembra “utilizzare” il poeta, asservendo le intuizione filosofiche di questo alle maglie dell’ontologia; così, si staglia sullo sfondo della meditazione heideggeriana il merito hölderliniano di aver saputo intuire l’esito della metafisica occidentale nei termini di estremo oblio dell’essere e di erramento del pensare, presagendo la fine di un’epoca ed inaugurando l’aurora di un secondo inizio, quello del pensiero poetante: “Hölderlin, poetando è arrivato più lontano di tutti nell’epoca in cui il pensiero ancora una volta mirava a conoscere in modo assoluto l’intera storia accaduta”

il 14/06/2019 alle 00:29

Per esempio, io intuisco la presenza dei fantasmi....ma se non c'è una formula scientifica non si può dimostrare e mi prendono per matto. Questo è il succo del discorso?

il 14/06/2019 alle 07:23

Rosi: molto interessante il tuo intervento. C'è sempre, sempre, da imparare. Vincent: la tua non è una "intuizione", ma una "percezione". Scientificamente parlando, fin quando non si dimostra la "non esistenza dei fantasmi" non si può affermare nulla loro loro esistenza o meno (poi, comunque, ci sarebbe da disquisire sul significato della parola "esistenza" quando la si riferisce a un fantasma). Quindi lascia che ti prendano per matto...

il 14/06/2019 alle 08:42

loro loro = sulla loro

il 14/06/2019 alle 08:52

Sarà...ma io i fantasmi li ho visti e anche gli ufo...in quell'anno ci doveva essere un'assemblea di ufo perché ce n'erano a decine che sembravano stelle e invece si muovevano velocissimi seguendo traiettorie incredibili.

il 14/06/2019 alle 09:18

Hai già scritto su queste esperienze? Se non l'hai fatto, ti invito a farlo. Sarebbe interessante.

il 14/06/2019 alle 09:25

In effetti ci stavo pensando, in quel caso sembrava la notte di san Lorenzo.

il 14/06/2019 alle 10:14