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Utente eliminato
Pubblicata il 18/04/2019
Cominciò come un rigagnolo,
la vita tua
che incerto si snodava
tra pietre concave
e sabbia bianca.

Vi si annidò,della follia
il germe.
E lo tramutò in torrente.

La forza insana
spazzò via ogni logica
ed ogni affetto.
Il cielo stesso si dichiarò
impotente.

L'eco delle voci
chiuse nella tua stanza
innalzarono un muro
sempre più invalicabile.

Avrei voluto conoscere
la forza del tuo abbraccio
la luminosità del tuo sorriso
e la tua voglia di vivere.
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...La Poetessa, forse, in un lampo della memoria rivede dei momenti antichi che il Tempo probabilmente ha ingigantito...rimane, purtroppo, il mistero al quale vengono rivolti questi straordinari ed emozionanti versi...sicuramente il fantasma, sospetto tale, non rientra nella classificazione delle passioni d' amore, forse...

il 18/04/2019 alle 18:47

Negli ultimi quattro versi il rammarico per ciò che avrebbe potuto essere, se si fosse realizzato quell’abbraccio e visto quel sorriso; torna alla mente quel condizionale che ognuno porta in qualche modo nei propri ricordi. Un saluto Genziana.

il 18/04/2019 alle 19:04

Un mancato abbraccio, in quel rapporto mai coronato da una simbiosi emotiva. Versi intensi, apprezzati

il 19/04/2019 alle 06:58

Credo di comprendere i riferimenti e le correlazioni. I ricordi e le vane speranze si perdono nei corridoi e scendono "per le antiche scale" (cit. Mario Tobino)

il 19/04/2019 alle 13:52

i versi finali mettono in risalto il limite in alcuni momenti tracici della vita con la persona amata dove ti rimane con dei ricordi particolari presenti per tutta la vita.

il 25/04/2019 alle 16:04