Aò... ma ce fai o ce sei... romana? l'ho letta, è simpatica ma sti du' verzi nun vanno bbene!!! Verso la mezza ciò... Si scrivere come si fosse ' verbo ciavere; altrimenti si leggerebbe cò!!! E st'artro verzo ha da sonà così: - nun me scalla 'r letto - ciao ciao
Ce faccio che nun so' romana, la città eterna m'ha solo adottato un ber pochetto de tempo fa. C'è so' che m'arzigogolo a provacce anche si nun so bona... aiuteme Gabbry, quanno che me scappa l'erore famo che me lo dichi. Aò si poi sfonno e me metteno fra er Belli e Trilussa, un po' de gloria tocca pure a te che m'hai 'nsegnato. E dajè.
È così Genziana, è quell’urgenza di fissare il concetto che sembra risponda esattamente allo stato d’animo del momento e che trascriviamo con tutto quello che possiamo e abbiamo a disposizione. Risale a pochi giorni fa un’episodio sulla metro; un gruppo di adolescenti, una ragazza che sembra astrarsi dal contesto per chiedere una penna, lo fa rivolgendosi agli amici inizialmente, poi chiede un po’ a tutti ma il caso vuole che nessuno l’abbia. Ne seguo lo sconforto e solo dopo ne realizzo il motivo. Cerca la matita per gli occhi nella borsa e con mano rapida trascrive qualcosa su un pezzo di carta, vedo che si accorge di me, mi sorride e aprendo le braccia mi dice che “ è un’idea che se non la fisso va via e poi non la riprendo”. Le piace scrivere, mi dice, e noto che avrà sì e no dodici anni. Beh, insomma, non c’è età per questo amore e quando lo intravedo nei ragazzi è motivo di gioia.
oltre ad esser scritta bene è anche spassosa, e che te pare poco de sti tempi?
Ci provo Archana e “si er pubblico me regge er gioco” provo talvolta a giocare. Grata per tutte le correzioni che si volessero apportare, giuro che ne tengo nota.
Artù tieni presente che non ho messo cuore né amore in ben dodici righi, “ je dichi poco pe’ ‘na principiante?” . Il sorriso va benissimo, in questi tempi e in tutti i tempi se lo si usasse un po’ di più sarebbe tanto di guadagnato. Lietissima per il tuo passaggio e per quello degli altri autori.
Ciao Gpaolocci. Alle volte serve uscire un po' dai binari del proprio stile e la giocosità in poesia è talvolta efficacemente complementare. Ti saluto capo, un piacere averti qui.
Un episodio... e non un'episodio , correggo l'errore fatto nella risposta a Genziana. Passi per il vernacolo arrangiato ma l'italiano... beh, insomma ho rimediato.