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Utente eliminato
Pubblicata il 05/09/2018
Pomidor colgo
nell’impazzito strisciar dell’ore
intinta è la voce nel lago delle lacrime
di cotal mio avvilito cuore,
che sospinger disio oltr’al cuore,
ch’il fiato di adottiva terra mi riscaldi
dove uomo possa esser davvero
e più non s’odano i bagliori d’una dannata guerra.
tra le labbra della nave ci narrammo
mentre pungeva nostalgia i gementi nostri occhi,
“se diedeci ‘l Dio forza per partire,
a strenna ci doni anche quella per giungere”
in quello stival ove il sole,
mai cessa di danzare sopra il mare
e dove la gente smarrito non ha
il rinfrescante senso dell’amare.
ma morso ci ha il serpente del caporalato
degenere figliuol di mafioso cancro
nel silenzio dello Stato
e noi ne’ campi siamo a lavorare
di dignità orfan e del minimo per campare;
dalla terra che in singulti ho lasciato,
passato sono a una che m’ schiavizzato,
signor d’indifesi e umiliati
d’esser uditi t’imploriam con nodo in gola i
chè a ogni uomo una vita tu dai sola,
fa’ che non si spezzi il fruscio della nostr’anima che vola.
pomidori colgo,
con la schiena ricurvo ma fiero nel mio essere più vero
perché diviso il mondo sia
in ricchi e disperati
è e sarà lacerante mistero.
ma so ch’ in quel rosso che scintilla nella polpa
viver sarà il domani senza sentire come colpa
l’aver calato sul tavolo di questo mio terreno passaggio
l’impronta d ‘un arduo viaggio,
con cui il mio scoprirmi un dì felice,
cancelli ogni cicatrice,
delle sofferenze che patito ho e conosciuto,
e allora ti potrà gridare vita
“mi hai sfidato ma io non ho perduto”.
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Il caporalato per le distese dei campi di pomodoro è una vera piaga che calpesta ogni dignità umana, speriamo che i Sigg. politici riescano a fare qualcosa...ma poco ci credo.Ciao un salutone.

il 05/09/2018 alle 21:57