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Pubblicata il 01/04/2018
Parlami dell’amore
del male che verrà
degli addii pieni di sangue
del bacio in terra d’Asturia
corri dietro le nuvole d’inverno
migra verso stelle che nessuno raggiungerà.
racconta dello splendore della luce
pronta ad abbagliarti l’anima
e non lasciarti prendere dai riottosi fluttui della noia
dai solitari ricordi che uccidono all’istante
tu conchiglia d’alta marea
nel pugno di una spuma sollevati imperiosa
nei mari in cui immaginiamo barche
dalle vele di velluto
sei la parola esaudita
sei il cenno elevato
sei la tenerezza svelata
vorrei incontrarti dove nessuno osa spingersi
l’inferno, l’estasi, il dolore
eccoti
ombra del mattino
passo furtivo
lingua di luna
sopra la terra che abitiamo
un giorno sarò vecchio
da una sponda ti osserverò
riflesso d’oro sarà il tuo corpo
il mio, piegato ti saluterà
felice di attraversare l’ultimo tratto di vita.
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La disamina di un'intera esistenza, dei suoi desiderata dalla sponda su cui sediamo. Il soggetto può essere chiunque o qualunque oggetto. Dolente e risanatrice.

il 03/04/2018 alle 16:56

E' un punto di vista interessante. Grazie per l'attenzione, M.Negri

il 03/04/2018 alle 17:00

coinvolge e prende...non ti può lasciare indifferente

il 15/04/2018 alle 13:59

Grazie Jacob von

il 17/04/2018 alle 17:48