E' un silenzio scalfito
da parole traboccanti mai dette,
le più ridicole e drammatiche
che possa scrivere oggi
tra le anse del mattino
che pare sgorgare placido
Le mani tremano e con esse
vibrano le cellule incalzate dal declino,
è il brivido della scommessa
contro l'esistenza smarrita,
è il travaglio dell'illusione
sintesi di strenua resistenza
Non serve fuggire o andare lontano,
io, come voi sono rondine incompresa
prigioniera per sempre dell'aria
soffocata da un terribile afrore,
ognuno di voi potrebbe narrarmi della nausea
che lo avvolse in un giorno qualunque e non lo mollo più
Io rivedo ognora la cupa cortina
di un'acerba, agghiacciante estate
quando la collera del mare livido
rifratto al cielo spietatamente plumbeo
spalancò arenili di algide angosce
spotestando il tepore del sole che non mi scaldò più
E pensai per la prima volta all'estremo gesto,
e pensai per la prima volta di poter volare,
due assurde effigi della stessa medaglia
e bramai che la comunanza di malinconia
e le acrobazie affini di sfere musicali
sbriciolassero il nero pece d'aviti turbamenti
Era la stagione dell'apoteosi delle conchiglie
quando non riuscii a trovare riparo
dai feroci flutti del mare oscuro
che spazzarono inesorabili
la verde anima principiante,
ero solo un minuto albatro
Da quel giorno i flutti del male oscuro
non hanno mai smesso d'imperversare
sulle rive del mio campo di battaglia,
dalle tenebre risorge ad ogni alba luce rediviva,
è l'iterazione perenne d'una languida opposizione,
e non sono più un minuto albatro
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