Rimanere sottovento
credendosi al riparo;
curvare la schiena
spingendo la ruota dei giorni,
é una viltà che offende il coraggio
dei vinti.
un'indolenza che tramortisce
senso e morale
per un asservimento in ventriloqua lamentela,
come l'autunno che avvizzisce senza disputa
nè coraggio di foglie
nell'ultima obbedienza alla terra.
il legno che non trascini sulle spalle
non redime le ossa,
la croce smessa non assolve;
sposta la morte altrove,
mentre vai blaterando colpe mai tue
con un digiuno d'orgoglio e fierezza
e una fame di nulla.